Rubrica – Libreria d’Annata – Racconti stregati

“Racconti stregati” (Longanesi, 1976) è l’antologia horror analizzata dallo scrittore Nicola Lombardi per la rubrica “Libreria d’annata”
Risale alla primavera del 1976 uno fra i libri più ‘misteriosi’ che si possano incontrare nella libreria di un appassionato di letteratura horror. ‘Misterioso’ non perché lo sia veramente, ma solo perché non vi è riportato il nome del curatore, né il titolo originale (ci viene detto solo che la traduttrice è Paola Campioli), e neppure troviamo a corredo una prefazione che possa in qualche modo permettere al lettore di orientarsi. Insomma, un’antologia da prendere così com’è, senza porsi troppe domande. Il titolo è Racconti Stregati, inserito dall’editore Longanesi nella ricca e interessante collana La Ginestra, cui fa comunque seguito un sottotitolo chiarificatore: Incanti, apparizioni, incubi e alchimie in quindici capolavori dell’orrore. Bene, è già qualcosa. A onor del vero, in quarta di copertina troviamo almeno una ventina di righe che forniscono un minimo di informazioni. Ne estrapoliamo un paio di frasi: “Questa antologia segue l’oscuro filo di Arianna dell’ossessione demoniaca, come si è espresso nella tradizione popolare e nella letteratura. […] In ogni storia l’inquietudine e lo smarrimento che, sia pure per un attimo, colgono il lettore, testimoniano le radici profonde della ‘grande paura’ dell’ignoto.” (In realtà, ci troviamo di fronte a un ‘saccheggio’ piuttosto arbitrario della molto più nutrita e articolata antologia americana Whitches, Wraiths & Warlocks del 1971).
Si comincia, dunque, con l’avvocato Volney E. Howard, che ci racconta una sorta di leggenda legata all’antica Salem: Il viaggio notturno del «Gabbiano». Troviamo poi Il velo – Avventura a bordo di un battello a vapore, pubblicato nel 1838 sulla rivista Burton’s Gentleman’s Magazine e firmato con le sole iniziali E.E.
Lo spettro dalla gamba di legno è una classicissima ghost story proposta da John Waters, e davvero molto folkloristici sono pure i racconti La strega di Elizabeth Hall, autrice specializzata in narrativa per ragazzi, e il brevissimo Il diavolo di Barney Oxman, del canadese Thomas Chandler Haliburton. Ma arriviamo a un grosso nome della letteratura, Herman Melville, qui presente con ben due titoli: il brillante L’inferno delle fanciulle (che poi sarebbe il secondo episodio di un racconto diviso in due parti, Il paradiso degli scapoli e l’inferno delle fanciulle), e il sinistro, memorabile La torre campanaria.
Anche un altro grandissimo autore, Nathaniel Hawthorne, ha due proposte per noi, stupendi racconti riediti in abbondanza: La figlia di Rappaccini e Il giovane Onesto Brown.
La sfinge è un delirio sulfureo uscito anonimo nel 1828 sul Blackwood Magazine, come pure anonimo è Il sogno (da un numero del Littell’s Living Age del 1844). Il contratto del generale Moulton, del giornalista statunitense Samuel Adams Drake, ruota attorno al classico tema del patto col diavolo, mentre non ci è dato sapere invece da dove provenga il popolaresco Il medico del villaggio (e per quanto riguarda l’autore, poi, dobbiamo accontentarci del nome Rudolph). E, ancora, si attinge al repertorio anonimo delle riviste: da un numero dell’Atkinson’s Basket del 1833 il curatore italiano ha selezionato Il sogno del prigioniero e Il mago, raccontino a cui affida perfino la chiusura dell’antologia.
In sostanza, per essere onesti, sono ben pochi i racconti che qui meritano l’appellativo di “capolavori dell’orrore” sbandierato in copertina. Resta il fatto che il buon collezionista, comunque, non può rimanere indifferente davanti a una proposta così insolita e altalenante come questa colorita antologia, che accosta senza un’apparente logica letteratura di rango a narrativa di sapore popolaresco. Occorre considerare, però, che nella sua versione originale la raccolta tiene ben distinti i suoi quaranta racconti in tre specifiche categorie (Racconti Folkloristici, Letteratura Popolare, La Tradizione Letteraria), divisione che dà un senso preciso all’operazione e scongiura quel rischio di spaesamento del lettore di cui è invece afflitta l’edizione italiana.