Un rimedio alla noia di Giuseppe Congedo – La Domenica Horror
Nuovo racconto horror per la nostra rubrica settimanale. Scarica e leggi il racconto gratuito e inviaci il tuo

“Un rimedio alla noia” di Giuseppe Congedo è il nuovo racconto breve dell’orrore per la rubrica La Domenica Horror. Sarà possibile leggerne un estratto qui sotto e, poi, scaricarlo gratuitamente in formato pdf.
Se vuoi pubblicare anche tu un racconto nella nostra speciale rubrica La Domenica Horror scrivici alla mail redazione@letteraturahorror.it proponendoci il tuo elaborato corredato da un’immagine. Oggetto della mail dovrà essere La Domenica Horror”. Ogni domenica verrà pubblicata storia diversa!
UN RIMEDIO ALLA NOIA DI GIUSEPPE CONGEDO
Nel cuore di un afoso pomeriggio di metà luglio, Mary Louise Grogan, detta Mary Lou La Diabolica, siede placida su una sedia di legno e vimini di fronte alla sua piccola casa sciatta.
I centonovantacinque chili della donna fanno scricchiolare la sedia in modo preoccupante.
L’estate in Kentucky è un incendio tutt’intorno, fuoco vivo nelle viscere di ogni cosa. Vivere isolata all’interno di un bosco non aiuta. Il caldo, l’umidità, il senso di soffocamento tolgono l’anima e la pazienza.
Sul piccolo patio in legno che si affaccia sul viale poco curato, Mary Lou osserva le foglie degli alberi mosse da una leggera brezza tiepida. Gli enormi seni si sollevano e riabbassano al ritmo di un respiro calmo e affaticato. La maglietta degli Smiths che indossa è chiazzata da larghe aureole di sudore.
Ai piedi della donna, Glover sonnecchia acciambellato e malinconico.
Glover è il cane di Mary. Un bastardo di razza e carattere. Ha quattordici anni e a vederlo così da l’idea di qualcosa che è stato masticato male e sputato con disgusto. Il poco pelo che gli è rimasto, ispido e secco come saggina, si muove strattonato dall’aria calda dell’estate.
La luce del tardo pomeriggio sembra appiccare un incendio doloso al cielo in lontananza.
Mary Lou si piega su di un lato e sgancia una possente scoreggia calda e umida.
Glover solleva la testa e le orecchie. I suoi piccoli occhi si fissano sulla padrona e sembrano voler dire: “Sei uscita fuori di testa, bella?”.
Se questa conversazione si fosse svolta realmente, Mary Lou avrebbe guardato il suo cane in faccia con un sopracciglio sollevato e avrebbe risposto: «Casomai sono uscita di culo, amico!» e nel dire questo avrebbe gettato la testa all’indietro in una risata simile a un raglio, picchiandosi le mani sulle cosce mastodontiche. SCARICA IL PDF E CONTINUA A LEGGERE IL RACCONTO