Un Natale da Horror – Intervista a Marco Orlando autore de “Il Regalo di Natale del piccolo Jimmy”




Intervista a Marco Orlando, l’autore de “Il Regalo di Natale de piccolo Jimmy” il racconto breve che è stato votato dai lettori di Letteratura Horror e iscritti al portale www.letteraturahorror.it come il miglior racconto tra quelli selezionati per il Progetto eBook “Un Natale da Horror”.

 

Da dove nasce “Il regalo di Natale del Piccolo Jimmy”? Quando e come ti è venuto in mente di scrivere questo racconto?
Con estrema onestà dico che “Il Regalo di Natale del Piccolo Jimmy” non nasce con riflessioni o tentativi alle spalle, né la sua stesura proviene da un’idea che già mi era venuta in mente precedentemente. Il racconto vede la sua alba di getto, in maniera improvvisa; non appena sono venuto a conoscenza del concorso “Un natale da Horror” ho subito pensato a cosa, a quale avvenimento, potesse rompere l’atmosfera di Natale più bella che possiamo immaginare: un bambino che aspetta l’omone vestito di rosso che, con il suo sacco, porta i doni tanto agognati. E, passate in rassegna tutte le forze soprannaturali che sarebbero potute comparire sul palcoscenico del racconto, ho pensato che forse nulla poteva essere più triste e realistico, e per questo forse più pauroso, della morte.

Chi è il piccolo Jimmy?
Credo, onestamente, sebbene sia molto triste e malinconico da dire, che il piccolo Jimmy possa essere chiunque, pur non essendo nessuno in particolare. Con questo non voglio dire, quasi tragicamente, che la morte sia dietro l’angolo, anche perché sono fortemente convinto che uno degli ingredienti più importanti della vita debba necessariamente essere una buona dose di ottimismo e di voglia di fare. Quindi, lasciati questi pensieri pessimistici alle spalle, con l’affermazione che ho fatto voglio solo dire che effettivamente mi convinco sempre più che uno degli elementi che meglio riesce a spaventare e colorare di nero molti racconti sia proprio la morte, presentata così, necessariamente non annunciata. Penso sia il “realismo” del racconto, sebbene esso difetti della presenza di classici elementi soprannaturali come spettri o creature maledette, a poter spaventare o creare un senso di angoscia.

Ti è piaciuto il concorso Un Natale da Horror?
Mi sono enormemente divertito, naturalmente al di là del risultato raggiunto. Sono una persona a cui piace continuamente mettersi alla prova, sia in ambiti come questi che in altri ambienti, come quello sportivo; è per questo che ammiro e apprezzo ogni iniziativa come questa. Anzi proprio da qui prendo lo spunto per ringraziarvi e complimentarmi con la redazione per il concorso, sperando vivamente che sia seguito da molte altre esperienze sempre migliori.

Cosa avresti modificato, aggiunto, cambiato al concorso?
Beh non avrei modificato e cambiato nulla; è stata davvero una bella esperienza e sono già pronto per partecipare alle successive, a testimonianza del fatto che ho davvero apprezzato l’iniziativa. Magari, e lo dico soltanto perché così potrebbe accrescersi ancor di più il numero dei partecipanti in modo da garantire una competizione ancora più avvincente, si potrebbe mettere qualcosa in palio, come viaggi o premi in denaro, per i racconti che si siano posizionati sul podio.

Trai i racconti presentati quale ti è piaciuto di più?
E’ stata una competizione serrata fino alle ultime ore utili per votare, e, con questa premessa, non posso che dare il mio voto a I Quattro Canti della Neve. Ora, con sincerità e non solo per la gara fino all’ultimo voto, devo “rubare” le parole a un appassionato che ha commentato la novella di Romina De Rossi con questa considerazione: “Un racconto che nasconde dentro se mille risvolti e mille quesiti”. È proprio l’originalità del racconto e la possibilità dei suoi molteplici risvolti che lo rende, naturalmente a mio avviso, davvero un buon lavoro.

Come ti sei avvicinato alla scrittura?
Sembra una risposta banale eppure devo ammettere che è da quando sono bambino che la scrittura mi affascina moltissimo. Già dai temi di italiano che si svolgevano a scuola capivo la bellezza e le possibilità di questo mondo: la possibilità, intendo, di creare qualcosa di unico, di originale, un proprio universo di pensieri e descrizioni e personaggi, senza muovere un solo passo dalla scrivania. E credo che la cosa più affascinante sia proprio il fatto che questi mondi creati, queste storie, brevi o lunghe che siano, siano biglietti per altri viaggiatori che, come coloro che li creano, da lettori visitano questi nuovi orizzonti, senza alzarsi dalla propria poltrona.

Hai già partecipato ad altre iniziative? Con quali esiti?
Ho partecipato solo a un altro concorso letterario ma mi sono imposto di recuperare il tempo perduto inviando i miei racconti, nel futuro, per prender parte a tutte le iniziative che mi intrigheranno.

Come ti sei avvicinato all’horror?
Da sempre provo un trasporto per questo genere, sia dal punto di vista letterario che cinematografico. Credo che “il colpo di grazia” nel processo che poi finirà per trasformare tale trasporto in una passione vera e proprio me lo abbia dato Bram Stoker con uno dei libri più belli che io abbia mai letto (e riletto): naturalmente sto parlando di Dracula. Dall’incontro con questo capolavoro si sviluppa in me un vero innamoramento per questo genere. Amo le atmosfere misteriose e gotiche, allontanandomi quasi sempre dallo splatter che mi coinvolge minimamente.

Chi è il tuo scrittore preferito?
Non mi è possibile nominarne uno soltanto: devo necessariamente rendere grazie a entrambi i maestri che mi hanno regalato meravigliose ore di lettura: Edgar Allan Poe e Howard Phillips Lovecraft. E da qui, con un salto temporale, mi lancio fino all’intramontabile Stephen King, di cui possiedo praticamente tutti i libri.

A chi ti ispiri quando scrivi il tuo racconto horror?
Non credo di ispirarmi a qualcuno in particolare. So di scrivere con una pignola attenzione per i dettagli e i particolari (davvero quasi involontaria) e con periodi densi di aggettivazione. Credo che coinvolgere il lettore in modo che nulla possa sfuggirgli circa il preciso ambiente spaziale e temporale in cui egli si trovi sia un modo per consentirgli di appassionarsi ancora di più allo sviluppo del fatto.

Ti sei cimentato anche in altri generi?
Purtroppo non ho partecipato a nessun altro concorso di genere differente. Mi sono comunque cimentato nella trattatistica e nella saggistica che anche mi appassiona, sebbene ritengo molto più divertente scrivere muovendosi nella giungla della letteratura horror.

Qual’è il tuo sogno nel cassetto?
Beh il sogno che sto cercando di conquistare giorno per giorno, con grande fatica e enormi sforzi, come d’altronde tutti i miei colleghi, è quello di laurearmi in Giurisprudenza, corso di studi che già ho intrapreso da tre anni. Tuttavia devo rivelare che, non diversamente, immagino, da ogni altro che si sia cimentato anche sporadicamente nella scrittura, il mio sogno rimane quello di poter pubblicare un libro cartaceo tutto mio. Credo sia una enorme soddisfazione; davvero mi sento emozionato anche al solo pensiero che un giorno, lontano o vicino che sia, io possa cimentarmi e riuscire in una mia pubblicazione.

Cosa vorresti dire ai lettori di Letteratura Horror?
Vorrei chiedere di sostenere sempre esperienze come queste. Ho già rivolto, anche privatamente, i miei complimenti alla redazione per il lavoro svolto con l’augurio che si possano tenere concorsi sempre più grandi; ma credo che questo dipenda anche e soprattutto dai lettori, da noi, e dalla voglia con cui ci accostiamo a iniziative come queste.



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