The Call, recensione dell’horror Netflix
Recensione del film horror coreano diretto da Lee Chung-hyun e presente su Netflix

“The Call” di Lee Chung-hyun è il nuovo thriller–horror Netflix recensito da LetteraturaHorror.it.
Per curiosità e altri info su The Call clicca qui
Abbiamo recensito per voi il nuovo thriller horror coreano rilasciato a livello mondiale da Netflix nella giornata di venerdì 27 novembre dal titolo The Call.
The Call è una pellicola horror del 2020 diretta dal regista sudcoreano Lee Chung-hyun che ne ha curato anche la sceneggiatura insieme all’autore Kang Sun-ju. Principali starring le attrici Park Shin-hye e Jeon Jong-seo.
Come sempre cercheremo di non spoilerare The Call, ma vi daremo una nostra idea generale su ciò ha suscitato in noi il film horror di Netflix.
TEH CALL: LA TRAMA
Due donne vissute in due epoche diverse nella stessa casa, vengono messe in contatto da una telefonato misteriosa. Tra le due si instaura un rapporto di amicizia e di reciproca confidenza. Le due donne nascondono entrambe dei segreti, dei segreti che ne condizioneranno la vita. A essere in pericolo è il futuro di entrambe.
THE CALL: RECENSIONE
Tutto sommato possiamo catalogare come buona prova di esordio per il regista Lee Chung-hyun che ci propone un thriller psicologico condito da caratteristiche proprie dell’horror e della suspance.
La storia è abbastanza interessante e innovativa, qualcosa di poco battuto e dalle grandi prospettive future.
A giocare un ruolo fondamentale nella pellicola sudcoreana è il tempo e la sua caducità, come le nostre azioni possono cambiare e modificare per sempre la nostra esistenza, il nostro futuro. Lee Chung-hyun però vede tutto ciò da un’altra prospettiva, una prospettiva che può piacere e intrigare.
UN HORROR PSICOLOGICO
La violenza e il terrore che si respira in The Call è data tutta dal ricatto psicologico che si instaura tra le due donne, a proposito molto brave entrambe le attrici protagoniste Park Shin-hye e Jeon Jong-seo, molto convincenti nei proprio ruoli. Da rivedere il resto del cast non all’altezza delle due protagoniste che riescono a creare ancora di più un’aura tetra e nera intorno a tutta la storia.
Bella la colonna sonora che, per buona parte, prevede le canzoni della super star e icona coreana musicale Seo Taiji considerato nel paese asiatico come “il presidente della cultura”, vista l’importanza ricoperta dal cantante per la Corea che noi, colpevolmente, non conoscevamo.
CONCLUSIONE
The Call è un buon film che regala ottimi spunti. In fin dei conti si lascia vedere senza grossi problemi, ma non riesce purtroppo a raggiungere l’apice. Peccato poiché ci si poteva aspettare di più dopo l’inizio sprint e con ottime idee. Non ci è piaciuto il finale, un po’ confuso a nostro modo di vedere. Male anche alcuni effetti speciali che tolgono molto realismo alla storia, eliminando, così, anche l’aspetto terrificante in momenti clou. Non ci è piaciuta neanche la povera caratterizzazione degli ambienti e dei luoghi della vicenda. Da un film proveniente da un paese molto lontano, fisicamente e culturalmente, come la Corea del Sud ci saremmo aspettati di più. Più interesse e promozione, soprattutto, della cultura locale, così come ci hanno abituato gli ultimi bellissimi film (non solo horror) provenienti da quel paese asiatico come Parasite e Train to Busan.
CONSIGLIATO?
In definitiva The Call è un film horror da vedere? La nostra risposta è Nì, in realtà non lo sappiamo crediamo che sia un gusto molto soggettivo (più dl solito). Dateci voi il vostro parere.