Squid Game, recensione della serie tv horror Netflix
Una serie tv irriverente e allucinogena, un vero e proprio capolavoro coreano. Leggi la nostra recensione no spoiler

Squid Game recensione no spoiler della serie tv horror di Hwang Dong-hyuk in streaming su Netflix.
Nei giorni scorsi Netflix ha rilasciato una nuova serie tv survival horror made in Corea. Stiamo parlando di Squid Game ideata e diretta da Hwang Dong-hyuk. Nel momento in cui scriviamo questo programma è tra i primissimi in tutto il mondo e in tutti i paesi.
LA TRAMA
456 concorrenti disperati gareggiano gli uni contro gli altri in vari giochi per bambini nel tentativo di sopravvivere e vincere il montepremi di 45,6 miliardi di won che potrebbe trasformare la loro triste esistenza.
Un misterioso invito a partecipare alla gara è inviato a persone con un disperato bisogno di denaro. I 456 partecipanti di ogni ceto sociale sono intrappolati in un luogo segreto dove competono per vincere 45,6 miliardi di won. Ad ogni turno si cimentano in un popolare gioco coreano per l’infanzia come “Un, due, tre, stella”, ma chi perde… muore. Chi vincerà e qual è il vero motivo della gara?
SQUID GAME – LA RECENSIONE
I paesi asiatici, grazie alla piattaforma in streaming più seguita del pianeta ci stanno proponendo interessantissimi horror e thriller da seguire tutti di un fiato; Squid Game entra nel novero delle migliori produzioni Netflix degli ultimi mesi, anche degli ultimi anni.
UN HORROR INTRISO DI CULTURA E SOCIETÀ COREANA
Un horror crudo, una storia cattiva, vera, pregna di significato e di cultura, sì cultura quella coreana, la cultura di uno dei paesi più complessi e articolati del mondo. A suo modo e con gli estremi di un thriller-horror survivalista la cultura e la società coreana ci sono sembrati al centro di tutta la narrazione. Partendo dalla rinuncia e cessione dei diritti sul proprio corpo arrivando alla annosa questione dei rifugiati nord coreani e alle difficoltà politiche tra i due Paesi; passando dalla crisi economica, all’esasperazione di un capitalismo e di un paese ultra capitalista che vuole l’aspetto economico sempre al centro.
Ma la Corea è anche un paese dalla grandi e forti tradizioni radicate nella propria essenza e Hwang Dong-hyuk non perde occasione per ribadirlo. Un paese dove il sostegno sociale tra vicini è più forte di ogni altro interesse. Proprio in questa dicotomia tra felice, allegro (come i giochi dei bambini) e oscuro, tetro (come le miserie umane) si basa tutto il racconto. Una dicotomia che vedremo dopo è anche molto presente e viva all’interno dei colori e dello stile registico scelto.
SQUID GAME – UN SERVIVAL HORROR TRA MISERIE E CRUDEZZA
Tutto in Squid Game trasuda terrore e orrore. Orrore per il grande spargimento di sangue, terrore per le scelte umane cosa che da buon survival horror è posta al centro della storia, ma non solo. Le miserie delle persone, i lati più oscuri e sfaccettati dell’animo umano e l’incredibile crudezza con cui vengono rappresentate e messe in scena determinate scelte e azioni fanno sì che questa serie tv sia una vera chicca. Un prodotto allucinogeno e allucinante, un prodotto claustrofobico che non darà via d’uscita alla vostra mente, entrerete in un loop, in una vera droga fatta a prodotto audiovisivo, dove l’immedesimazione nella storia è praticamente sicura.
Saranno 9 episodi che voleranno in un attimo e ne vorrete ancora perché, ne siamo sicuri, appassionerà tutti seguire le vicende degli oltre 400 partecipanti al gioco. 400 reietti, 400 emarginati dalla società che cercano il riscatto per lottare con l’oblio, contro la morte. La vera paura e il vero terrore che potrete vedere in Squid Game è dettato dalla totale mancanza o, peggio ancora, alterazione dei sentimenti e dell’animo umano.
ENNESIMA PRODUZIONE ASIATICA-NETFLIX BEN RIUSCITA
Dopo Alice in Borderland (serie tv nipponica del 2020 e siamo in attesa della 2^ stagione); Sweet Home (Corea, 2020), quindi, Netflix ci prende appieno nuovamente proponendoci un prodotto di qualità eccelsa. Ottimo non solo nell’ideazione e nell’articolazione della sceneggiatura, ma anche dalla incredibile qualità delle immagine e la pulizia di una regia a firma di Hwang Dong-hyuk. Una regia che mette volutamente in contrasto colori forti, pastello e vivaci ad ambientazioni tetre e oscure.
Convincenti e molto neo realistiche anche le interpretazioni degli attori. Non sappiamo se in un contesto e in una produzione differente avrebbero avuto lo stesso effetto, ma in Squid Game ogni espressione, ogni scena, ogni interpretazione degli attori principali è totalmente all’interno del personaggio e della storia. Su tutti Lee Jung-jae che interpreta il protagonista Seong Gi-hun.
Insomma, una serie tv che noi consigliamo vivamente!