Simona Capone




Sono nata a Palermo nel 1993. Scrivo, scarabocchio e spesso nel mio piccolo, mi occupo di collezionismo. Tuttavia, le mie collezioni non sono né ricercate , né di valore alcuno, perché trattasi di bottoni bizzarri, insetti e cucchiaini da caffè. Tra le mie collezioni però, quella a cui dedico maggiore attenzione è quella dedicata alla ricerca dei vecchi libri. Sin da piccola ho sempre sognato  di diventare una bibliotecaria, o comunque di ricoprire un qualsiasi ruolo che avesse a che fare con i libri, ma oggi, dopo varie deviazioni di indirizzo per licei e scuole tecniche, ho infine optato per   l’Accademia di Belle Arti.  In questo ambiente, frequentante tutt’ora il terzo anno, ho preferito unire quelli che sono oggi i mezzi espressivi che più prediligo e cioè la parola e l’immagine; nel variegato complesso che  oggi l’illustrazione. Quest’ultima soluzione è stata per me di fondamentale importanza, in quanto utile al fine di mostrare con precisione ciò che le parole scritte non riescono sempre a trasmettere. L’armonica fusione delle due componenti trova infine la sua realizzazione in forma cartacea, nell’invenzione di mondi e universi sempre diversi, popolati da quelle creature che prendono corpo dalle mie più forti ossessioni. Una di queste è sicuramente data dalla completa venerazione per scrittori come Lovecraft, E.Allan Poe o Hogson, mie costanti ispirazioni per situazioni rocambolesche dai risvolti sempre grotteschi e raccapriccianti. Storie fantastiche e mondi inesplorati sono viaggi deliziosi, offerti dalle parole dei due scrittori, manie e incubi inconsci dalle fattezze più bizzarre.  Cosicché, leggendo e scrivendo inesorabilmente, spero di affinare un giorno quella tecnica particolare che è tipica dei racconti più terrifici nella storia dell’orrore. 


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