Rubrica – “To splat. Pellicole imbrattate di sangue”: “Non nuotate in quel fiume” di Roberto Albanesi




“Non nuotate in quel fiume” di Roberto Albanesi è il film trattato oggi per la rubrica “To Splat – Pellicole imbrattate di sangue” da Ivo Gazzarrini.
TRAMA – Bruce, Stefano e Luigi sono tre piccoli delinquenti che hanno le ore contate per aver fregato una partita di droga al loro capo. Avranno salva la vita solo se consegneranno una misteriosa valigetta al boss Basile. Ma il luogo della consegna è un fiume maledetto, dove sono sparite numerose persone e vi si aggira uno spietato serial killer mascherato.
IL REGISTA – Roberto Albanesi, classe 1986, nasce vive e cresce a Casalpusterlengo (fra Lodi e Piacenza) dove, sin dagli 11 anni d’età, scrive e dirige opere proprie, prima con l’aiuto di amici non attori e poi con veri e propri professionisti del settore (da citare i suoi attori feticcio William Angiuli, Ivan Brusa, Stefano Galli, Paolo Riva, Jack Gallo e Roberta Nicosia) affiancati sempre da amici. Fonda varie case di produzione, prima la MaGestic Film, poi la Viserba Film ed infine la New Old Story Film di Casalpusterlengo.
I suoi film più noti sono The Pyramid (distribuito in Giappone, Canada e Stati Uniti) e Catacomba (a breve distribuito in direct to video su tutto il suolo italiano).

RECENSIONE – Grande titolo e piccolo gioiello indipendente questo Non nuotate in quel fiume scritto e diretto da Roberto Albanesi. Me lo sono visto due volte e ora che sono qui a scrivere mi sorprendo a canticchiare la canzoncina finale.
Prendete gli slasher, gli splatter, le commedie sbracate e abracadabra… ecco a voi: Non nuotate in quel fiume!
Chiaro omaggio al genere slasher anni Ottanta made in USA, Albanesi cita il film The burning di Tony Maylam del 1981 come modello riguardo l’ambientazione.
Divertente. Sanguinoso. Simpatico. Nostalgico. L’ho semplicemente adorato. E la seconda visione è stata ancora più appagante.
Girato nell’estate del 2015 nelle valli piacentine, in val Trebbia, con temperature che sfioravano i 40 gradi di giorno. Realizzato con luci naturali, audio in presa diretta e con 80 euro di budget, metà dei quali usati per il sangue.
Non è un capolavoro ma non gli manca nulla, anzi, ha quel qualcosa in più che appassionati e vecchi collezionisti apprezzeranno sicuramente.
Premessa: io sono un ex collezionista di film horror/splatter. Ecco, quello che voglio dire è che alcune volte, durante la visione, mi è presa una nostalgia che ha sfiorato le lacrime di commozione.
Alla memoria mi sono tornate le visioni di alcuni film come Antropophagus di Joe D’Amato, Perché il Dio fenicio continua a uccidere di Jim O’Connolly, Reazione a catena di Mario Bava o Macchie Solari di Amando Crispino che erano copie in vhs usate e duplicate con una resa davvero orrenda. Non nuotate in quel fiume ovviamente si vede benissimo!
Quello che Albanesi è riuscito a fare con questo lungometraggio è pizzicare il cuore di questo tipo di persone e spremerlo delicatamente. Contemporaneamente andare a spolverare quei punti della memoria che racchiudevano quei tempi (ormai andati) bellissimi dove ci si scambiavano vhs di pellicole introvabili per il desiderio di vederli.
Un po’ quello che hanno fatto Tarantino e Rodriguez con Grindhouse, omaggiando un certo tipo di cinema americano. Albanesi fa di più, riporta alla memoria le vecchie videocassette infarcendo il video di difetti di registrazione e audio e inserendo alcuni intermezzi lesbo per simulare le duplicazioni sovrapposte. Geniale.
Gli attori sono ispirati e interpretano tutti la loro parte in maniera dignitosa pur non essendo dei professionisti. Nel cast oltre ai bravi Ivan Brusa (premio miglior attore al FI PI LI Horror festival 2016 con il corto Grosso guaio dall’Oltrespazio di Luca Baggiarini), Luca Zibra e Stefano Galli (serie web Sanguigna) che sono i tre protagonisti insieme all’investigatore Papillon interpretato da Simone Chiesa, troviamo anche nomi noti al cinema indie italiano fra cui Roberto D’Antona, Luca Baggiarini, Lorenzo Lepori, Antonio Zannone, Alberto Bogo, Denis Frison e due nomi di un certo rilievo, l’attore Pietro De Silva (La vita è bella) e il regista hard Leo Salemi.
Particolarmente cruente le uccisioni da parte del serial killer mascherato con una tuta blu e maschera antigas: teste schiacciate e arti estirpati. E poi ancora esplosioni, spari e corse nei boschi. Musiche ossessive, semplicemente fantastiche, di Alberto Masoni e Oscar Perticoni anch’esse d’ispirazione slasher.
Scena cult: sequenza del casting che coinvolge l’attore Stefano Galli. I dialoghi, le espressioni, le situazioni, il libro Amore 14 che sbuca da uno scaffale sulla scrivania della segretaria, lo stesso Albanesi che interpreta un operatore gay… bomba!
L’auto omaggio: una delle prime vittime che cammina sulla riva sassosa del fiume impreca per aver pestato qualcosa di appuntito che si rivela essere la piccola piramide maledetta usata nel film collettivo The Pyramid.
Spettacolare la cover del dvd realizzata da Giorgio Credaro.
L’obiettivo di Albanesi e di tutta la sua truppa era quello di far divertire lo spettatore. Ci sono riusciti e per questo lo consiglio a tutti. Munitevi di pop corn e mi raccomando, non nuotate in quel fiume!

SCHEDA DEL FILM

Titolo: Non nuotate in quel fiume
Anno: 2015/2016
Cast: Ivan Brusa, Luca Zibra, Stefano Galli, William Angiuli, Roberta Nicosia, Jack Gallo, Sara Basile, Simone Chiesa, Nicola Crucinio, Umberto Daddario (Bortolo Mazzamauro), Paolo Riva, Pietro De Silva, Leo Salemi, Roberto D’Antona, Denis Frison, Luca Baggiarini, Alberto Bogo, Antonio Zannone, Lorenzo Lepori.
Regia, soggetto, sceneggiatura: Roberto Albanesi
Musiche: Alberto Masoni con brani aggiuntivi di Oscar Perticoni
Montaggio: Simone Chiesa
Prodotto da: Albanesi, Innovazione 2 e Sandro Sandroni



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