Rubrica – Maestri del brivido: consigli & analisi: “Andrew Vachss”


ANDREW VACHSS
Lo ammetto: normalmente non mi piace scrivere di come scrivere. La rete è già colma di articoli più o meno autorevoli su come esercitare questo mestiere. Di conseguenza preferisco un approccio più da lettore. Prendo spunto dall’ultimo libro da me letto, per spingermi in qualche riflessione, sperando che possa esservi utile.
Lo scrittore in questione è Andrew Vachss con il suo primo lavoro Oltraggio. Il protagonista di questo romanzo d’esordio è Burke, un malavitoso taciturno che spesso si ritrova a dare la caccia a pedofili e altri malviventi dello stampo più infimo. È uno dei casi in cui la vita dell’autore e quella del suo alter ego letterario si intrecciano. Lo stesso Vachss è infatti attivo da sempre nella lotta alla pedofilia e so che ha rischiato egli stesso la vita per aiutare vittime di abusi in paesi come la Thailandia. Analizzare un romanzo di Vachss solamente sotto il profilo tecnico sarebbe un errore imperdonabile. Infatti la sua penna è sanguigna come i protagonisti che si muovono in una New York scura e deprimente. Lo stile è spigoloso quanto il carattere dello stesso Burke e il ritmo altalenante. Si passa dai ricordi del protagonista, all’azione allo stato puro. Se mi limitassi a leggere le pagine lasciando da parte il coinvolgimento personale, troverei innumerevoli difetti (e nella versione italiana, come sempre, aumentano) ma questo è il bello di Vachss: è impossibile non simpatizzare per il protagonista e per la lotta che porta avanti, pur consapevole di non avere i mezzi per cambiare il marciume del mondo. Leggere autori del genere significa farsi prendere per mano e lasciarsi guidare in un mondo buio e pericoloso in cui è l’emotività a farla da padrona. Certo, non si tratta di una strada perfetta, è piena di buche e la segnaletica lascia a desiderare, ma è dannatamente emozionante e colpisce nel segno. Una volta messi in campo i personaggi, in Oltraggio appena delineati, ecco che la storia prende vita… e colpisce il lettore dritto alla bocca dello stomaco. Se qualcuno si prendesse la briga di leggere gli altri romanzi di Vachss (molti dei quali ingiustamente inediti dalle nostre parti), si renderebbe conto che nel corso degli anni è migliorato sotto il profilo tecnico ma che lo spirito iniziale è rimasto immutato. Sono romanzi scritti con la penna in una mano e il cuore nell’altra.
Quando si scrive, spesso si pensa a una giuria che si mette a contare gli avverbi o a stroncare le “d” eufoniche. Be’, scrivere non è soltanto questo ma è anche trasportare il lettore da un’altra parte. Pensateci bene: non è forse quello che desiderate anche voi quando prendete tra le mani un romanzo? Anzi, molte delle persone che leggono non vogliono saperne niente delle regole che vi sono dietro, così come a molti piace vedere un film senza curarsi minimamente di come è stato realizzato.
Fossi in voi, comincerei proprio da quello: affrontate la vostra storia da lettore. Ciò che avete messo nero su bianco vi affascina o state solo dimostrando di aver appreso la lezione? C’è una storia pulsante dietro i soggetti, gli aggettivi e i verbi che avete utilizzato? Una cosa è certa: se leggete poco, difficilmente sarete in grado di dare un giudizio sul vostro elaborato. E no, non sto parlando di un giudizio strettamente tecnico, quello lo saprebbe dare anche un computer. Mi sto riferendo alla capacità di lasciarsi colpire dalla vita dei vostri personaggi, come se non vi appartenessero più. Per trovare quella via dovete aver già sperimentato emozioni simili e non credo esista un unico manuale capace di aiutarvi in quest’impresa. Il lato positivo è che ve ne sono a migliaia: basta consultare le ultime uscite del vostro genere preferito.
Concludo questo breve articolo con una citazione dello stesso Vachss. Secondo me è adattabile anche agli scritti: with dogs, just as with humans, you get what you raise.
Subscribe
0 Commenti