Rubrica – “Libreria d’Annata” – “Romanzi e racconti neri” a cura di Edmondo Aroldi




“Romanzi e racconti neri” a cura di Edmondo Aroldi (Sugar Editore 1962) è l’antologia horror analizzata dallo scrittore Nicola Lombardi per la rubrica “Libreria d’annata
Corposa e fascinosa antologia d’annata (1962) curata da Edmondo Aroldi per Sugar Editore, ROMANZI E RACCONTI NERI offre esattamente ciò che promette, se si eccettua il fatto che i romanzi cui si fa riferimento nel titolo sono presenti limitatamente a singoli capitoli o brani selezionati. Per farci un’idea dell’atmosfera che si respira in queste quasi seicento pagine, leggiamo un pomposo estratto dalla quarta di copertina: “Il romanzo nero cresce e si solidifica tra la fine del Settecento e il principio dell’Ottocento, e influenza, imponendo una speciale predilezione per temi orrorifici e terrifici, quasi due secoli di produzione letteraria, per un arco di tempo che precede l’epopea romantica per giungere fino ai nostri giorni […] L’orrido soprannaturale, il fantastico favoloso, il terribile quotidiano, il delirio erotico, la metafisica onirica, le aberrazioni psicopatologiche, le perversioni sessuali, i riti satanici, le superstizioni vampiriche, la riesumazione di un repertorio di orrori nel clima di un leggendario Medioevo o all’insegna di un’atroce attività della Santa Inquisizione, sono gli ingredienti tipici del romanzo nero.
 

E si parte quindi, com’è prevedibile, col fondatore del romanzo gotico, il politico e medievalista Horace Walpole, qui proposto con quattro brani dal suo celeberrimo Il castello d’Otranto. Meno prevedibile, forse, ma interessante è l’intervento a ruota del marchese De Sade, di cui il curatore ha scelto estratti da La nuova Justine, da Juliette, più il racconto Rodrigo (da I delitti dell’amore).
Non poteva mancare, ovviamente, un brano di Ann Radcliffe, seppure ai suoi titoli gotici più conosciuti si è preferito il meno frequentato Il romanzo della foresta. A seguire, poi, incontriamo estratti da Il monaco (M.G.Lewis), da Melmoth l’errante (C.R.Maturin), da Gli elisir del diavolo (E.T.A.Hoffmann), e addirittura dal poema satirico Don Giovanni di lord Byron. E se c’è Byron non può certo mancare Mary Shelley con un brano (occorre dirlo?) da Frankenstein, prima che sir Walter Scott ci presenti due selezioni da Ivanhoe.
Si vola quindi in America per recuperare terrori più viscerali e genuini con tre racconti di E.A.Poe (La maschera della morte rossa, Metzengerstein e La rovina della casa degli Usher) e uno di Nathaniel Hawthorne (La figlia di Rappaccini). Ma Aroldi si concede anche, per par condicio, una rappresentanza russa sfoderando N.V.Gogol, che ci racconta cosa accade durante La sera della viglia di Ivàn Kupàla, e Anton Checov (Il monaco nero). La Francia – oltre al già citato De Sade – offre un altro paio di contributi con Eugene Sue, definito l’Omero del romanzo d’appendice, di cui è presentato un estratto da I misteri di Parigi, e con l’aristocratico Villiers de l’Isle-Adam (Il barone Saturno). E l’Italia? Doppiamente presente: il milanese Luigi Gualdo propone la novella La canzone di Weber, mentre del livornese Francesco Guerrazzi si sono scelti due passaggi particolarmente neri da Beatrice Cenci.
Ma non è certo finita, perché Aroldi mette in campo pure Bulwer-Lytton (un brano da Zanoni); R.L.Stevenson (Il diavolo nella bottiglia); Bram Stoker (un brano da Dracula); e per finire G.Meyrink, di cui possiamo leggere un estratto da Il domenicano bianco.
Tredici macabre illustrazioni di Gustave Doré (una vera gioia per gli occhi!) corredano e arricchiscono questo volumone che non può mancare sugli scaffali di ogni diligente collezionista.



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