Rubrica – “Libreria d’Annata” – “Psyco – I racconti della paura 1” a cura di Giuseppe Lippi

“Psyco – I racconti della paura 1” a cura di Giuseppe Lippi (Armenia 1978) è la rivista horror analizzata dallo scrittore Nicola Lombardi per la rubrica “Libreria d’annata”
Il 1978 sta per volgere al termine. La brezza aspra di novembre spazza foglie e brandelli di carta lungo la via. Il desolato appassionato di horror si aggira inquieto per il centro, le mani sprofondate nelle tasche, poche speranze di imbattersi in qualcosa che lo faccia rabbrividire, a parte il freddo… Invece, passando davanti a un’edicola, i suoi occhi cadono su una piccola pubblicazione la cui immagine di copertina gli si conficca nel cervello inchiodandolo sul posto. Il titolo, color rosso sangue, è Psyco. Sottotitolo: I racconti della paura. Non serve altro: la giornata è salva.
Affidandosi alla cura di quel maestro del fantastico a 360 gradi che è Giuseppe Lippi, la casa editrice Armenia inaugura una nuova rivista (che uscirà purtroppo con soli quattro numeri) puntando su una copertina di Karel Thole che più sinistra e gotica non si può, e nell’arco di 128 paginette il cultore del genere si trova fra le mani – sborsando ben volentieri 800 lire – una vera delizia.
Sul retro della rivista leggiamo le prime, programmatiche righe che presentano e riassumono spirito e intenti del bisettimanale: “Benvenuti, signori, a Psyco: regno del mistero, del brivido e dell’imprevisto. Nulla di ciò che compare su queste pagine ha precedenti nell’editoria italiana, perché questa è la prima rivista di racconti della paura.” Botta di adrenalina!
Ad accogliere il lettore pensa l’americano Joseph Payne Brennan, classe 1918, con L’episodio di Cain Street, una romantica quanto lugubre variazione sul tema del tempo. Poi il testimone passa a un altro grande della letteratura nera, tra i capostipiti del weird moderno: William Hope Hodgson, che con Il selvaggio del mare ci offre un’ennesima prova della sua viscerale passione per gli orrori innestati in ambientazioni marinare.
Dalla feconda fucina di Weird Tales arriva poi una grande signora del fantastico, Mary Elizabeth Counselman; il suo racconto, Una manciata d’argento, è intriso di disperazione, ruotando attorno a un’idea che ne accende il finale a sorpresa.
Anche David Drake è un nome ben caro agli aficionados, e qui ci presenta il primissimo, raggelante racconto da lui pubblicato nel 1967, Denkirch. Il raffinato, metafisico Robert Aickman interviene quindi con I ciceroni, storia davvero inquietante a sfondo religioso. Un autore che ha sempre sottolineato il proprio debito formativo nei confronti di Aickman è Ramsey Cambell, ancora oggi un caposaldo della narrativa horror inglese, che segue il suo maestro con Le cantine, un posto in cui nessuno si augurerebbe mai di dover scendere!
Carl Jacobi, altro popolare nome dell’artigianato narrativo nero, ci invita poi, nostro malgrado, a controllare cosa sta accadendo a Casa Carver. Si arriva così all’ultimo racconto, nella postazione denominata I Classici dell’Orrore; e il classico in questione è il notissimo Ladri di cadaveri di R. L. Stevenson, ispirato alle turpi gesta dei dissotterratori di cadaveri Burke & Hare.
La rivista è corredata da una rubrica di recensioni cinematografiche, Horrorscope, curata nientemeno che da Norman Bates (ma sarà proprio lui?) e imperniata, in questo primo numero, su film vampireschi (anticipando l’imminente uscita del Dracula di John Badham con Frank Langella). Tra gli ottimi racconti impreziositi dalle magistrali illustrazioni del grandissimo Giuseppe Festino, possiamo davvero dire che Psyco 1 e gli altri tre numeri che l’hanno seguito si sono scavati uno spazio imperituro nel cuore dei lettori, e dei collezionisti.