Rubrica – “Libreria d’Annata” – “La società di Lucifero” a cura di Peter Haining

“La società di Lucifero” a cura di Peter Haining (Longanesi 1975) è l’antologia horror analizzata dallo scrittore Nicola Lombardi per la rubrica “Libreria d’annata”
Torniamo a Peter Haining (dopo aver già sfogliato in questa rubrica Le voci dell’abisso e Al cinema con il mostro) e a una fra le decine e decine di antologie da lui curate nel corso della sua pregevolissima carriera. La società di Lucifero (traduzione della raccolta The Lucifer Society, 1972) esce in Italia nel 1975 per i tipi della Longanesi, che inserisce il volume nella gloriosa collana La Ginestra. L’idea che informa questa particolare antologia è quella di offrire al pubblico esempi della produzione macabra o fantastica di autori (anche mainstream, schematicamente suddivisi tra inglesi e americani) che comunemente non verrebbero associati a questo genere di narrativa.
Chi mai penserebbe, infatti, di trovare come primo rappresentante anglosassone di questa luciferina società nientemeno che il primo ministro Winston Churchill? Ed è appunto il suo racconto Uomo in mare, scritto alla fine dell’Ottocento e pubblicato su una rivista, a fornire al curatore l’ispirazione per la compilazione di questa peculiare raccolta. Segue poi John Galsworthy (quello de La saga dei Forsyte) con Legname, sua unica incursione nel campo della letteratura macabra.
Anche il celeberrimo Gilbert Keith Chesterton, accantonando le ben note indagini del suo Padre Brown, si presenta con La strada dell’ira, cedendo poi il passo all’indiscussa regina del giallo british, Agatha Christie, di cui Haining sceglie Il richiamo delle ali (tratto dalla sua popolarissima raccolta di storie dell’orrore Il segugio della morte).
Lawrence Durrell ci propone quindi il brevissimo, fulminante Le ciliege; mentre non sorprende più di tanto la presenza di Somerset Maugham (che col romanzo Il mago ha dato prova di possedere una certa dimestichezza con l’occulto), il quale ci racconta le spettrali esperienze vissute da Un uomo di Glasgow. È quindi il turno di Robert Graves farci gelare il sangue con Dalla terra alla terra; poi, attraverso una singolare confessione, John Priestley ci spiega chi sono I Grigi, esseri ultraterreni dalle intenzioni non proprio pacifiche. Una storia di magia nera è quella che ci narra Cecil Forester con L’uomo che non domandò perché, dopodiché Graham Greene esplora uno dei temi più spaventosi e affascinanti, quello della morte, nel suo Quasi vuoto.
Animali o esseri umani è il racconto scelto dalla produzione del romanziere e commediografo Angus Wilson, mentre la rappresentanza inglese si chiude con il contributo di Kingsley Amis, Qualcosa di strano, bizzarra storia al confine tra fantasia e fantascienza.
Attraversiamo l’oceano e andiamo a incontrare altri dodici autori, questa volta americani, e a darci il benvenuto è Sinclair Lewis, il primo statunitense a essersi aggiudicato il premio Nobel per la letteratura, nel 1930; la sua proposta si intitola L’assassinio post mortem. Altro nome di spicco è Francis Scott Fitzgerald, qui presente con l’inquietante thriller La danza, così come di indubbio lustro per l’antologia è anche la partecipazione di William Faulkner col sinistro Una rosa per Emily.
Universalmente noto per i suoi romanzi gialli e hard-boiled, pure il grande Raymond Chandler ha prodotto alcuni racconti fantastici e bizzarri, e Haining si è aggiudicato La porta di bronzo. Con MacKinlay Kantor – cronista appassionato di leggende locali, apprezzato romanziere e soggettista cinematografico – facciamo la conoscenza de L’uomo che non aveva occhi, mentre Il caso al numero 7 di Rue de M… porta addirittura la firma di John Steinbeck. Viene poi il turno di una gran signora della moderna narrativa nera, Patricia Highsmith, di cui troviamo qui il classico L’osservatore di lumache. Cerchiamo poi di risolvere un Complesso di inferiorità assieme a Evan Hunter (occorre dire che è il vero nome di Ed McBain?) e ci prepariamo ad ascoltare La risposta terribile, racconto con cui il giornalista newyorkese Paul Gallico spiega quali rischi si possono correre quando si ripone eccessiva fiducia nei computer. E ci si avvia così alla conclusione con altri tre pezzi da novanta della letteratura americana del Novecento: Truman Capote (Miriam), William Burroughs (Sterminatore) e John Updike (Durante il Giurassico), che contribuiscono a rendere questa antologia assolutamente unica nel suo genere, sia per la qualità delle storie che per la caratura degli autori radunati.