Rubrica – “Letters from Miskatonic University” – “Torture sottili” di Lisa Mannetti


Continua l’opera di nobilitazione del grande horror contemporaneo sul territorio italico, soprattutto per merito delle coraggiose scelte che vengono fatte da realtà appartenenti al panorama editoriale indipendente, che con audacia decidono di importare nel nostro Paese opere ed autori di grande statura internazionale, ma ignorati quasi totalmente dalle major italiane.
Questa volta è il turno di Kipple Officina Libraria – CE diretta dal fresco vincitore del Premio Urania, il geniale Luca B. Kremo – che ci propone per la collana k_noir Torture sottili dell’italo-americana Lisa Mannetti.
Il romanzo in questione, che si è aggiudicato nel 2009 il prestigioso Bram Stoker Award, è una torbida storia di stregoneria ambientata nell’Europa dell’est (tra Bulgaria e Romania) nella parte centrale del XIX secolo.
In breve la trama: una famiglia di zingari formata dal padre Imre, dalla moglie Mimi e dalla figlia Lenore, si recano in visita ad Anyeta – madre di Mimi – che è molto malata ed in punto di morte. Sfortunatamente i tre giungono tardi, quando ormai l’anziana è già defunta, ma è proprio qui che per la famigliola inizia l’incubo.
Anyeta, potente e temutissima strega, in passato cercò addirittura di far suo Imre ed ora che è morta la sua anima maledetta è alla ricerca di un nuovo corpo più giovane e piacente. Insomma, il ritratto perfetto della bella Lenore…
Una storia cupa, intrisa di credenze popolari e con un’ambientazione a dir poco suggestiva che, a mio giudizio, si sarebbe potuto anche sfruttare di più.
Per il resto Torture sottili è un romanzo di una bellezza atroce, assolutamente non scontata e quasi nociva. La Mannetti si dimostra un’eccellente psicologa e riesce ad infondere agli sfortunati protagonisti della storia una vitalità incredibile. Interessanti e molto azzeccate poi, sono alcune trovate come “L’Ammansitore”, vero e proprio strumento di tortura per cavalli e che all’occorrenza può essere usato anche sugli esseri umani e del quale, però, preferisco non dire nulla di più per non togliere alcun piacere a chi non ha ancora letto il romanzo.
Concludendo, consigliamo alla grande la lettura di Torture sottili, soprattutto a coloro che cercano un horror con situazioni e tematiche diverse dal solito; anche se crediamo fortemente che, proprio da noi in Italia, si stiano facendo sempre più largo giovani autori che stanno dando prova sempre di più di avere assimilato ormai molto bene la lezione dei “mostri sacri” anglosassoni come Lisa Mannetti.
Uno di questi è senz’altro Luigi Musolino, scelto non a caso come traduttore dell’opera dell’autrice italoamericana. Compito che il buon Luigi ha senza dubbio svolto più che egregiamente.
Per il resto Torture sottili è un romanzo di una bellezza atroce, assolutamente non scontata e quasi nociva. La Mannetti si dimostra un’eccellente psicologa e riesce ad infondere agli sfortunati protagonisti della storia una vitalità incredibile. Interessanti e molto azzeccate poi, sono alcune trovate come “L’Ammansitore”, vero e proprio strumento di tortura per cavalli e che all’occorrenza può essere usato anche sugli esseri umani e del quale, però, preferisco non dire nulla di più per non togliere alcun piacere a chi non ha ancora letto il romanzo.
Concludendo, consigliamo alla grande la lettura di Torture sottili, soprattutto a coloro che cercano un horror con situazioni e tematiche diverse dal solito; anche se crediamo fortemente che, proprio da noi in Italia, si stiano facendo sempre più largo giovani autori che stanno dando prova sempre di più di avere assimilato ormai molto bene la lezione dei “mostri sacri” anglosassoni come Lisa Mannetti.
Uno di questi è senz’altro Luigi Musolino, scelto non a caso come traduttore dell’opera dell’autrice italoamericana. Compito che il buon Luigi ha senza dubbio svolto più che egregiamente.
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