Rubrica – “Letters from Miskatonic University” – “Soli carbonizzati” di Simon Strantzas

Canadese, classe 1972, Simon Strantzas rappresenta per chi scrive quella che è stata forse la più lieta sorpresa di questo 2016 a livello di letteratura fantastica.
Prima di questa antologia intitolata Soli carbonizzati infatti, avevo letto solamente un paio di racconti dell’autore di Toronto – Luce morente e Freddo al tatto – che erano apparsi entrambi sulla rivista Hypnos. Inutile dire che ero rimasto molto colpito dal suo stile asciutto e glaciale e, non appena la benemerita Edizioni Hypnos ha dato alle stampe questa raccolta, mi sono gettato immediatamente nella lettura a capofitto di quel che viene già considerato un piccolo classico del Modern Weird.
Rispetto a questi ultimi due grandi interpreti del genere però, mi pare che Strantzas sia maggiormente legato al weird più classico, o almeno è questa l’impressione che io ne ho ricavato.
Titoli come il racconto d’apertura, l’angosciante Tra i ghiacci ad esempio, un’evidente omaggio a nientepopodimenodichè a Sua Maestà H.P.L. e alle sue Montagne della follia; oppure Oltre le rive della Senna – inquietante ed onirico – che richiama imperiosamente al lettore le suggestioni partorite da Robert Chambers ne Il Re in giallo.
E ancora Forte come una roccia, tipica situazione in cui il motto “From light to darkness” di Aickmaniana memoria trova il suo ideale compimento. Ultima fioritura poi, a mio giudizio uno dei momenti migliori dell’intera antologia, profuma ancora moltissimo di Lovecraft e di Hodgsonin modo inebriante.
Le premesse, ormai l’avrete capito, ci sono tutte.