Rubrica – “Letters from Miskatonic University” – “Soli carbonizzati” di Simon Strantzas




“Soli carbonizzati” di Simon Strantzas (Edizioni Hypnos, collana Modern Weird 2016) è l’antologia horror weird analizzata nella ottava puntata di “Letters from Miskatonic University”. 
Canadese, classe 1972, Simon Strantzas rappresenta per chi scrive quella che è stata forse la più lieta sorpresa di questo 2016 a livello di letteratura fantastica.
Prima di questa antologia intitolata Soli carbonizzati infatti, avevo letto solamente un paio di racconti dell’autore di Toronto – Luce morente e Freddo al tatto – che erano apparsi entrambi sulla rivista Hypnos. Inutile dire che ero rimasto molto colpito dal suo stile asciutto e glaciale e, non appena la benemerita Edizioni Hypnos ha dato alle stampe questa raccolta, mi sono gettato immediatamente nella lettura a capofitto di quel che viene già considerato un piccolo classico del Modern Weird.
Modern Weird dicevamo. Proprio come la collana che l’ottimo Andrea Vaccaro e i suoi validissimi collaboratori hanno deciso di creare per portare in Italia gli esponenti di questo movimento che vanta tra i portabandiera gente come Thomas Ligotti e Laird Barron.


Rispetto a questi ultimi due grandi interpreti del genere però, mi pare che Strantzas sia maggiormente legato al weird più classico, o almeno è questa l’impressione che io ne ho ricavato.
Titoli come il racconto d’apertura, l’angosciante Tra i ghiacci ad esempio, un’evidente omaggio a nientepopodimenodichè a Sua Maestà H.P.L. e alle sue Montagne della follia; oppure Oltre le rive della Senna – inquietante ed onirico – che richiama imperiosamente al lettore le suggestioni partorite da Robert Chambers ne Il Re in giallo.
E ancora Forte come una roccia, tipica situazione in cui il motto “From light to darkness” di Aickmaniana memoria trova il suo ideale compimento. Ultima fioritura poi, a mio giudizio uno dei momenti migliori dell’intera antologia, profuma ancora moltissimo di Lovecraft e di Hodgsonin modo inebriante.

In totale nove racconti uno più bello dell’altro, che non si limitano ad essere semplici citazioni, bensì si abbeverano alla fonte dei Grandi Maestri per poi lanciarsi in direzioni proprie, spesso in maniera sconvolgente ed inesplicabile.
Concludendo, un volume da non farsi assolutamente sfuggire, anche perché la sensazione è che ci si trovi di fronte ad un autore che in un futuro neppure troppo lontano potrebbe rivelarsi davvero come un grandissimo interprete del fantastico.
Le premesse, ormai l’avrete capito, ci sono tutte.



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