Rubrica – “Letters from Miskatonic University” – “H.P. Lovecraft: contro il mondo, contro la vita” di Michel Houellebecq


“Se si ama la vita, non si legge. Né, d’altronde, si va al cinema. Checché se ne dica, l’accesso all’universo artistico è riservato quasi esclusivamente a chi ne abbia un po’ le palle piene. Lovecraft, dal canto suo, ne aveva parecchio le palle piene.”
Iniziamo subito col dire una cosa riguardo al razzismo – vero o presunto che fosse – del “Solitario di Providence”: chi scrive pensa che indubbiamente Lovecraft avesse tantissimi pregiudizi legati alla razza e una mentalità profondamente conservatrice, e alcuni suoi scritti riguardo agli immigrati di ogni etnia e nazionalità (anche italiana) trasudano una rancorosa intolleranza. Credo però che una delle cose più sbagliate che si possano fare è voler giudicare una persona vissuta in un’altra epoca e con tutt’altra educazione e riferimenti culturali, secondo i nostri parametri attuali di esseri umani evoluti (chi più, chi meno) del ventunesimo secolo. Cose trite e ritrite che sono già state dette in tantissime altre occasioni, ma che forse – viste anche le ultime polemiche – non sono poi così scontate, dedichiamoci ad analizzare l’appassionante testo di Houellebecq.
Testo che, diciamolo subito, rappresenta una chiave di lettura indispensabile per chi desideri conoscere e cercare di entrare in qualche modo dentro alla testa di Lovecraft. Impresa sicuramente non facile questa, e che non credo consiglierei a cuor leggero a nessuno, ma se è vero che H.P.L. costituisce “una gigantesca macchina per sognare”, cosa ci può essere di più intrigante nel provare a carpire, anche solo per pochi istanti, i suoi segreti?
Houllebecq, fa della sua grande passione per Lovecraft il vero motore che spinge questo saggio-omaggio verso destinazioni ignote, eppure assolutamente affascinanti.
É sostanzialmente il lavoro di un fan questo, ma un fan estremamente lucido e quantomai obiettivo. Non fa prigionieri Houellebecq, non ha alcun timore di sporcarsi le mani e la coscienza. Tanto che non esita, il francese, ad elargire sonore mazzate – più che zuccherini – al suo idolo.
Agile, scorrevole e ricco di citazioni, Contro il mondo, contro la vita rappresenta un’ottima occasione per comprendere una volta di più perché questo autore depresso, freddo e scostante ma capace anche di enormi gentilezze e gesti di generosità disinteressata, goda ancora oggi di tanta popolarità.
In definitiva, nel caso non fosse ancora chiaro, questo è un libro da avere ASSOLUTAMENTE e, a maggior ragione, se vi ritenete dei grandissimi fanatici del Genio di Providence.
Già, perché comunque non dimentichiamoci che – brutto, cattivo, razzista e chi più ne ha più ne metta – Howard Phillips Lovecraft era un genio.