Recensioni – “Zombie Mutation” di Giorgio Borroni


TRAMA – Il virus che trasforma gli uomini in morti viventi ha avuto il sopravvento. Una setta di fanatici religiosi, gli Opliti di Cristo, ha preso il potere e tiene in pugno le istituzioni facendo rivivere una sorta di Medioevo. Nelle campagne del Distretto Sud, Brian Crane, un vecchio bonificatore sulla via del tramonto, deve vedersela con un ennesimo focolaio, e, come se non bastasse, deve istruire un novellino, Jedediah Braddock, fresco di caserma ma totalmente inesperto.
L’AUTORE – Giorgio Borroni (1977) ha conseguito il diploma in Fumetto e Scrittura Creativa alla Scuola Internazionale di Comics di Firenze. Si è laureato in Lettere Moderne a Pisa, dove ha anche insegnato traduzione in un master universitario. Ha curato le edizioni di Dracula (Barbera) e Frankenstein (Feltrinelli), ha tradotto romanzi e fumetti per Giunti, Liberamente, J-pop e BD. Come illustratore ha collaborato con alcune webzine ed è editor, oltre che sceneggiatore, per Cagliostro E-press. Ha scritto racconti horror poi diventati audiolibri distribuiti da www.ilnarratore.com. È autore del saggio Le tre follie di Orlando per Tralerighe.
RECENSIONE – Gli zombie sono creature affascinanti e a parer mio il simbolo dell’horror. Sono di parte? Sì, lo ammetto. Che ci devo fare, io li adoro. Una ventina di anni or sono era difficile trovare storie con morti viventi protagonisti, per lo più facevano da contorno ad altri tipi di orrore. Adesso esistono vere e proprie saghe, anche romance e non solo prettamente horror. Bene! Per quanto mi riguarda più ce n’è e più ne leggo. Vampiri, serial killer, lupi mannari… basta! Questa è l’era degli zombie, yeah!
Questi esserini putrefatti e sempre affamati stanno bene dappertutto, sono come il peperoncino (parlo sempre dal mio punto di vista, ovviamente), in un distopico, post atomico, un fantasy, con loro sai che ci sarà sangue a fiumi e il gore e sono ottimi per un contorno leggero e spaventoso.
A me gli zombie piacciono così come sono, lenti, affamati, in balia degli eventi atmosferici e del tempo che li portano alla putrefazione, e l’originalità andrebbe cercata nella storia e non nei morti viventi. Non amo particolarmente chi cerca per forza di trasformare gli zombie per renderli originali.
Questo è il motivo per cui ero restio a leggere Zombie Mutation di Giorgio Borroni. Quel Mutation mi faceva paura, mi teneva lontano. Ma poi l’ho ascoltato, si avete capite bene: ascoltato. Perché del romanzo di Borroni esiste anche l’audio libro che è una super figata. E poi l’ho letto sul mio kindle e, insomma, mi sono dato dello stupido in quanto Zombie Mutation è una bomba.
Sono passati mesi da quando l’ho letto. Nel frattempo ho riletto l’inizio e alcuni estratti qua e là. Durante questo periodo ho riflettuto ed è difficile, per me, scrivere di qualcosa che sfiora la perfezione. Il rischio è quello di non trovare le parole giuste. La storia di Borroni mi è rimasta dentro per mesi e ancora ci penso. Ma andiamo con ordine.
La scrittura di Giorgio è raffinata, pungente, diretta, ricca di THC, quella sostanza illegale che tanto ci piace… ecco, la scrittura di Giorgio è psicoattiva. Ti tiene incollato sulla pagina senza darti un attimo di tregua, è sfiancante, la percepisci. E questo è merito anche dei personaggi che sono caratterizzati dall’autore in maniera sorprendente. Cazzarola, il mal di testa del protagonista riesci quasi a percepirlo anche te mentre sei immerso nella lettura.
Gli zombie sono originali e mi sono piaciuti, ci sono motivazioni convincenti e delle variazioni (mutazioni) interessanti, nonostante il mio ribrezzo nei confronti di morti viventi diversi da quelli di Romero.
L’ambientazione è suggestiva, infuocata. Borroni non lascia nulla al caso, ogni particolare è studiato nei minimi dettagli. Si respira la polvere delle strade aride, il profumo della campagna e della decomposizione.
La confezione è perfetta e il testo è pulito, privo di refusi. Merito delle ragazze di Èscrivere che ne hanno curato l’editing.
Se Zombie Mutation avesse portato come nome dell’autore George Borron (per dirne uno), si sarebbe gridato al capolavoro, ne sono certo.
Mi fermo qua e termino facendo i complimenti a Giorgio. Mi ha donato delle ore intense e particolari. Il mio augurio è che continui a scrivere nonostante il nostro mondo editoriale.
Questi esserini putrefatti e sempre affamati stanno bene dappertutto, sono come il peperoncino (parlo sempre dal mio punto di vista, ovviamente), in un distopico, post atomico, un fantasy, con loro sai che ci sarà sangue a fiumi e il gore e sono ottimi per un contorno leggero e spaventoso.
A me gli zombie piacciono così come sono, lenti, affamati, in balia degli eventi atmosferici e del tempo che li portano alla putrefazione, e l’originalità andrebbe cercata nella storia e non nei morti viventi. Non amo particolarmente chi cerca per forza di trasformare gli zombie per renderli originali.
Questo è il motivo per cui ero restio a leggere Zombie Mutation di Giorgio Borroni. Quel Mutation mi faceva paura, mi teneva lontano. Ma poi l’ho ascoltato, si avete capite bene: ascoltato. Perché del romanzo di Borroni esiste anche l’audio libro che è una super figata. E poi l’ho letto sul mio kindle e, insomma, mi sono dato dello stupido in quanto Zombie Mutation è una bomba.
Sono passati mesi da quando l’ho letto. Nel frattempo ho riletto l’inizio e alcuni estratti qua e là. Durante questo periodo ho riflettuto ed è difficile, per me, scrivere di qualcosa che sfiora la perfezione. Il rischio è quello di non trovare le parole giuste. La storia di Borroni mi è rimasta dentro per mesi e ancora ci penso. Ma andiamo con ordine.
La scrittura di Giorgio è raffinata, pungente, diretta, ricca di THC, quella sostanza illegale che tanto ci piace… ecco, la scrittura di Giorgio è psicoattiva. Ti tiene incollato sulla pagina senza darti un attimo di tregua, è sfiancante, la percepisci. E questo è merito anche dei personaggi che sono caratterizzati dall’autore in maniera sorprendente. Cazzarola, il mal di testa del protagonista riesci quasi a percepirlo anche te mentre sei immerso nella lettura.
Gli zombie sono originali e mi sono piaciuti, ci sono motivazioni convincenti e delle variazioni (mutazioni) interessanti, nonostante il mio ribrezzo nei confronti di morti viventi diversi da quelli di Romero.
L’ambientazione è suggestiva, infuocata. Borroni non lascia nulla al caso, ogni particolare è studiato nei minimi dettagli. Si respira la polvere delle strade aride, il profumo della campagna e della decomposizione.
La confezione è perfetta e il testo è pulito, privo di refusi. Merito delle ragazze di Èscrivere che ne hanno curato l’editing.
Se Zombie Mutation avesse portato come nome dell’autore George Borron (per dirne uno), si sarebbe gridato al capolavoro, ne sono certo.
Mi fermo qua e termino facendo i complimenti a Giorgio. Mi ha donato delle ore intense e particolari. Il mio augurio è che continui a scrivere nonostante il nostro mondo editoriale.
Ivo Gazzarrini
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