Recensioni – “The Hive” di Charles Burns


Nel secondo capitolo della trilogia dedicata alle disavventure psichiche di Doug, Charles Burns catapulta il lettore nel medesimo vortice fantasmagorico di X’ed Out (clicca qui e leggi la nostra recensione) dove visoni allucinate, incubi e realtà sembrano mescolarsi indissolubilmente. Intrecciando diverse sequenze a quelle del primo episodio, Burns aggiunge al racconto ulteriori dettagli che riguardano il rapporto del protagonista con il padre e la relazione che lo stesso Doug ha con Sarah, affascinante e tormentata fotografa incontrata nella narrazione precedente. Soffermandosi sulle vicende personali e sentimentali di Doug, The Hive sottolinea in maniera più decisa l’inquietudine senza nome che attanaglia il protagonista, il quale – incapace di accostarsi e di aderire al mondo che lo circonda – traduce il proprio disagio esistenziale nel paesaggio visionario di Nitnit, un paesaggio la cui assurdità sembra rispecchiare simbolicamente quella della vita di Doug. Tali “corrispondenze”, come nel primo volume, rappresentano non solo il codice onirico da decifrare per comprendere la desolazione e il vuoto interiore del protagonista, ma anche il legame tra due storie differenti e parallele. Burns ci costringe così a seguire i sogni oscuri e deliranti di Doug nei quali il mistero – tutt’altro che chiarito – come si suol dire, s’infittisce. Che succede nell’arnia in cui Nitnit lavora? E chi sono le “produttrici”?
Burns si diverte a seminare nuovi enigmi come quel “teschio di zucchero” all’ultima pagina di The Hive, sul quale è sibillinamente inciso: “Io ero te”.
Sugar skull è l’ultimo atteso appuntamento con la morbosa fantasia di Charles Burns. Il terzo volume, curato sempre da Lizard, vedrà la luce in Italia probabilmente nel 2014.
VALUTAZIONE – 5 stelle










0 Commenti