Recensioni – La strana fede di Richard Gavin




La strana fede” di Richard Gavin è il nuovo romanzo weird  esoterico edito da Edizioni Hypnos recensito da LetteraturaHorror.it. Per leggere trama e note sull’autore clicca qui
Forse i più attenti si ricorderanno di Richard Gavin per aver letto alcuni suoi racconti: è infatti presente nell’antologia Nuovi incubi con Una caverna di mattoni rossi e nel settimo numero della rivista Hypnos con Cappella fra i giunchi e Il vino dell’ossario.
Ora sempre il piccolo editore milanese fa uscire, nella collana Visioni – la novella La strana fede. Devo confessare che la mia conoscenza dell’autore era fin ora limitata a queste storie in cui avevo avuto modo di apprezzarne lo stile senza però farmi un’idea precisa di questo scrittore. Gavin è canadese come Simon Strantzas ed è considerato, fra gli autori emergenti, una figura ricca di talento e genuina propensione verso il weird ed è molto stimato dal maggior esperto mondiale di H.P. Lovecraft ovvero il grande S.T. Joshi che, di solito, non è certo tenero con certi autori dell’horror moderno vedasi Stephen King.

E’ stato antologizzato in diverse raccolte come Best New Horror e Year’s Best Horror e ha pubblicato ben 5 raccolte di racconti fra cui At Fear’s Altar (Hippocampus Press) e Sylvan Dread: Tales Of Pastoral Darkness (Three Hands Press). Non si è ancora cimentato con il romanzo ma è invece un saggista e, in particolare, un esperto di esoterismo: il suo The Benighted Path: Primeval Gnosis And The Monostrous Soul è un testo molto interessante per i seguaci dell’argomento. Di recente ha anche scritto un ambizioso saggio – The Moribund Portal: Spectral Resonance And The Numen Of The Gallows – che indaga le radici filosofiche dell’horror. Quando si parla di lui vengono citati spesso Arthur Machen ed Algernon Blackwood di cui viene forse ritenuto una sorta di erede. Mi sono così approcciato alla lettura di “La strana fede” con molte aspettative: dico subito che non sono rimasto deluso dalla storia: Gavin ha la capacità di creare un’atmosfera perturbante ricca di “pathos” e che non lascia indifferenti. Detto questo non ho trovato molto di Machen e Blackwood, almeno per quanto concerne questa storia e questo non è necessariamente un male. Anzi Richard Gavin ha un approccio e un “feeling” alla materia horror indiscutibilmente moderno pur restando ancorato al passato. In realtà io non sono contro il manierismo e la riproposizione di modelli passati se questi vengono riproposti con qualità: l’arte non va necessariamente sempre avanti. La vicenda narra le vicissitudini di un ragazzino solitario che entra in contatto, o almeno crede di entrarci, con una strana entità denominata Capricorno. La sua “fede” e devozione per Capricorno è totale: diventa come un rifugio dalla realtà circostante e arriverà a chiuderlo in un piccolo scrigno. Quando poi partirà per una vacanza con i genitori si dimenticherà di lui completamente. Ma, come una nemesi, l’entità si ripresenterà a lui nel corso di tutta la sua esistenza. Alla fine “La strana fede” è una storia di “formazione” e iniziazione: ci insegna come la magia esiste e come accedere al lato oscuro dell’esistenza sia una possibile “chiave” per entrare in una dimensione diversa della realtà. Non mancano poi alcuni dei “topos” più sfruttati del folklore della narrativa horror: troviamo così la famigerata “casa stregata”, in questo caso chiamata la “Casa delle Ombre”, e si parla anche di un albero maledetto ovvero il “Dito del Diavolo”. Gavin ama la ghost-story e i riferimenti all’occulto: viene citato il “Varco di Samhain”. Forse più che Blackwood e Machen ci trovato qualcosa di M.R. James. In ogni caso è una delle uscite che più mi hanno convinto della collana Visioni di Hypnos e non esito a consigliarla agli amanti delle storie di fantasmi.

Cesare Buttaboni



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