Recensioni – “La Carne” di Cristò




“La Carne” di Cristò è il nuovo horror zombie edito da Intermezzi Editore e recensito da LetteraturaHorror.it.
“… Ho in mente una storia che non ha niente a che fare con tutto questo. Oppure c’entra eccome. In ogni caso si tratta di un dottore e il mondo è come era prima, come quando avevo otto anni. Solo che io non ci sono e neanche tutti quelli là fuori che fanno la fila per mangiare un pezzo di carne…”
Queste sono le prime frasi del primo capitolo de La Carne di Cristò edito in cartaceo e in formato ebook da Intermezzi Editore.
Cristò è nato a Bari nel 1976). Ha pubblicato Come pescare, cucinare e suonare la trota (Florestano 2007), L’orizzonte degli eventi (Il Grillo 2011) e That’s (im)possible (caratterimobili 2013). Suoi racconti e articoli sono apparsi su minimaetmoralia e su Alfabeta2.

Nel mondo com’era quando avevo vent’anni romanzi horror che trattavano di zombi non ce n’erano o ce n’erano pochi. I morti viventi si trovavano all’interno di storie dell’orrore relegati a ruoli marginali. Poi le cose sono cambiate e temi come l’apocalisse e la fine del mondo hanno portato queste creature a svolgere compiti da protagonisti o quanto meno importanti. Oggi esistono vere e proprie saghe e i romanzi di zombi arrivano da noi un po’ da tutto il mondo, dalla Spagna, dall’America, dall’Australia, dall’Inghilterra. E in Italia? Ci sono eccome. Ma a differenza del resto del mondo qua sono le piccole case editrici indipendenti (siano lodate!) che si occupano dei nostri cari cadaveri ambulanti.
La Carne di Cristò è un romanzo distopico. Il mondo si è fermato a quando l’ottantenne protagonista aveva solo otto anni e tutto è rimasto come prima. La vita è piatta. Le medicine sono quelle che c’erano settant’anni prima, come gli elettrodomestici, le lampadine, le automobili. Le produzioni di qualsiasi cosa sono ferme, in tv trasmettono sempre gli stessi programmi e i cinema proiettano sempre gli stessi film porno, di continuo. E poi ci sono loro, gli zombi. E la carne.
I morti viventi descritti da Cristò sono zombi strani, sono… originali. Sì, avete capito bene: o r i g i n a l i! Originali.
Mi è difficile scrivere altro e non lo farò per paura di svelare cose che non vorrei.
La Carne è stata una bella sorpresa. Comincia piano, lentamente. L’ottantenne protagonista ci parla della sua vita, dei suoi ricordi di quando aveva otto anni e di un dottore, Tancredi. La storia si sviluppa così: ci sono il vecchio e Tancredi. Mentre la storia prosegue ti rendi conto che l’autore (e il vecchio e il dottore) ti arpiona e ti tiene con gli occhi incollati alla pagina (o allo schermo dell’eReader, fate voi), pur mantenendo quel suo andamento lento e pacato. Cristò usa la scrittura come mezzo di coinvolgimento. Una scrittura semplice, secca, cinematografica, che a me piace. Usa il ritmo con intelligenza e lo cadenza a dovere a seconda della scena e del personaggio, spesso lento quando parla l’anziano protagonista, veloce quando narra di Tancredi.
Una volta terminato mi ha lasciato un senso di angoscia e di inquietudine. Una scena in particolare me la rivedo ancora nello schermo della mia mente e mi mette ancora i brividi (non ve lo dico, è inutile che fate quelle facce!). Terminato da due giorni e ancora rifletto su quello che ho letto. È un buon segno. Un consiglio: leggetelo!

Ivo Gazzarrini



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