Recensioni – “Il protocollo ombra” di Kazuaki Takano


Una bambina di circa sei anni era distesa su un letto tra altri pazienti adulti. Aveva la pelle pallida e cianotica, gli occhi chiusi e il respiro affannoso. Le numerose flebo a cui era attaccata la dicevano lunga sulla gravità delle sue condizioni. Accanto al suo letto c’erano un’infermiera e una donna sui trent’anni che doveva essere la madre. La donna indossava una maschera per non diffondere germi in una stanza, ma si vedeva che era sul punto di scoppiare in lacrime. (Kento Koga 119)
Per questo viene organizzata una task force di mercenari, tutti ottimi combattenti con un grande profilo combattivo e numerose esperienze estreme, il cui compito sarà quello di recarsi in un piccolo villaggio della Repubblica Democratica del Congo dove vive una piccola tribù di pigmei portatrice di una misteriosa malattia più pericolosa del virus Ebola. Nel frattempo in Giappone un giovane ricercatore farmaceutico, Kento Koga, riceve, alla morte del padre, due misteriosi portatili e una lettera contenente le ultime volontà del genitore defunto: creare un farmaco in grado di curare la sclerosi polmonare, una malattia mortale che colpisce i bambini entro un mese. Ma mentre il giovane e perplesso ricercatore porta avanti gli studi del padre, la polizia nipponica e l’FBI americana uniscono le loro forze per trovare Kento e ucciderlo. Mentre Kento fugge, braccato strettamente dai servizi segreti di due paesi, la task force segreta arriva in Congo dove, ad attenderli, vi è qualcosa di completamente nuovo e insperato. Toccherà al soldato Johnatan Yeager, capo della spedizione, portare in salvo un misterioso bimbo pigmeo che, misteirosamente in contatto con un ignaro Kento Koga, sta creando la cura per la malattia che affligge il figlio dello stesso Yeager.