Recensioni – I poteri delle tenebre. Dracula il manoscritto ritrovato di Bram Stoker e Valdimar Ásmundsson


Oggi abbiamo il piacere di recensire una sensazionale scoperta letteraria dal titolo: I poteri delle tenebre. Dracula il manoscritto ritrovato per i tipi della Carbonio Editore. Questo romanzo è stato scritto da Bram Stoker e Valdimar Ásmundsson, con la prefazione del pronipote dello scrittore irlandese Dacre Stoker (autore del sequel ufficiale The Undead. Gli immortali e del recentissimo prequel Dracul che sarà a breve pubblicato per la Nord Edizioni), l’introduzione e le preziose note del curatore Hans Corneel de Roos e in conclusione la postfazione di John Edgar Browning.
RECENSIONE – Alla fine del 2013, Hans Corneel de Roos un autorevole ricercatore olandese, scoprì per puro caso mentre revisionava il suo saggio Dracula, tra realtà e finzione, delle incongruenze con la versione originale del Dracula dello scrittore irlandese. Ebbe così inizio il progetto di traduzione del romanzo completo Makt Myrkranna, che svelò una clamorosa scoperta destinata a far scalpore: infatti l’edizione islandese del romanzo non era una semplice traduzione, bensì un altro libro, una sorta di versione sorella come la ribattezzò lo stesso de Roos una volta ultimata la traduzione dell’intero testo.
Nel 1900, infatti, lo scrittore Valdimar Ásmundsson pubblicò a puntate su Fjallkonan, giornale da lui fondato, una traduzione in islandese di Dracula dal titolo Makt Myrkranna. Ad accompagnarla, una prefazione dello stesso Bram Stoker. Ma Ásmundsson non si era limitato a tradurre il romanzo, lo aveva praticamente riscritto. Il testo islandese presentava diverse modifiche nei contenuti della trama, una lunghezza decisamente ridotta a favore di un ritmo più serrato rispetto all’originale ma nel complesso un intreccio narrativo piuttosto sbrigativo e raffazzonato. Basti pensare che la Parte I di questa variante islandese, è più lunga rispetto all’originale e consta di ben centoquarantasette pagine (tutte incentrate sul soggiorno di Harker al castello del Conte), mentre la Parte II si riduce drasticamente con i suoi diciassette brevi capitoli, quasi delle sinossi, in appena quarantacinque pagine. Dacre Stoker, nella prefazione dell’opera, immagina la seconda parte di I poteri delle tenebre come un progetto ancora incompiuto di romanzo, una sorta di appunti riassuntivi dello scrittore irlandese ancora da sviluppare e dai quali il traduttore islandese ha attinto per adattarlo alla cultura nordica. Da sottolineare poi le ambientazioni differenti, alcuni nuovi personaggi ed altri soppressi (il bizzarro Renfield su tutti). Persino al protagonista, l’avvocato Jonathan Harker, gli è stato cambiato il nome in Thomas. Le differenze, però, non finiscono qui. Anche la classica struttura ha subito sostanziali cambiamenti rispetto al testo originario, con l’abbandono del modello epistolare nella seconda parte del romanzo, in cui il narratore, da io narrante, si trasformava in onnisciente. Fondamentalmente Asmundsson aveva rielaborato in chiave norrena il testo originale; esempi ne sono la razza sovrumana del Conte che viene etichettata come draugr, (il corrispettivo nordico dei non-morti), così come gli energumeni-troll ai suoi ordini all’interno del castello. Da segnalare a corredo dell’opera come contenuti bonus, il capitolo introduttivo La camera con vista (una sorta di ricostruzione planimetrica del castello del Conte in base alla narrazione di Harker), oltre le numerosissime (più di quattrocento) note a piè pagina, che impreziosiscono il volume con continui raffronti con il Dracula originale e le interpretazioni delle terminologie islandesi rispetto alla nostra lingua.
In conclusione, se paragonato al Dracula di Bram Stoker (edito nel 1897 dalla Constable e poi tradotto in tutto il mondo) per come l’abbiamo sempre conosciuto e su cui si sono basate innumerevoli pellicole e ispirati altrettanti romanzi, I poteri delle tenebre non regge il confronto sotto diversi aspetti. In primis per lo sbilanciamento troppo drastico tra la prima e la seconda parte della storia, dove Asmundsson sembra quasi abbia voluto concludere in fretta (forse per ragioni editoriali) la storia. In secondo luogo per l’intreccio deila storia, la caratterizzazione psicologica di certi personaggi e la loro importanza ai fini della trama: Van Helsing, Mina, Seward e anche il folle Renfield, hanno una grande valenza nel romanzo originario, mentre nella versione islandese sono poco più che comprimari, e in certi casi, addirittura assenti. Senza contare l’impronta decisamente più horror dell’opera di Stoker, rispetto alla trama di Valdimar che rimane più velata nel dark-mistery, fermo restando la forte impronta gotica di entrambe le opere. Detto ciò, è doveroso congratularsi con questa giovane casa editrice milanese, per il merito di pubblicare opere selezionate da tradizioni culturali diverse e soprattutto per il suo importante rilievo letterario, rispetto al quale il catalogo dell’editore raggiunge forse il suo apice con I poteri delle tenebre. L’opera potrebbe infatti essere considerata come un vero e proprio caso letterario, che sono certo farà discutere a lungo, per via dei suoi misteri e del suo fascino. Una preziosa chicca per tutti gli appassionati della figura immortale del più famoso vampiro nella storia della letteratura.
Max Ruzzante
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