Recensioni Film – The End? L’Inferno fuori di Daniele Misischia

“The End? L’Inferno fuori” di Daniele Misischia è il film horror a tema zombie prodotto dai Manetti Bros e Rai Cinema e distribuito da 01 Distribution recensito oggi da LetteraturaHorror.it
SINOSSI – Claudio Verona è un giovane economista che ha un importante appuntamento di lavoro. Arrivato nella sede dell’azienda per cui lavora rimane bloccato in ascensore, fra due piani. Cerca in tutti i modi una soluzione, forza le porte ma sono bloccate e rimane una fessura troppo stretta per passarci. Ma per fortuna non può nemmeno entrare nessuno perché fuori sta scoppiando un casino. Il palazzo in cui lavora e tutta Roma sono invasi da un’orda di infetti assetati di sangue.
RECENSIONE – The End? L’inferno fuori diretto da Daniele Misischia è una bomba, la dimostrazione che il film italiano indipendente di genere è vivo e vegeto.
I fratelli romani Marco e Antonio Mainetti, in arte Manetti Bros e Rai Cinema sono i produttori di questa pellicola, distribuita in sala dalla 01 Distibution.
I Manetti Bros sono praticamente gli unici che riescono a portare avanti quel cinema di genere che ormai non esiste più e a loro va il merito di credere in progetti e autori giovani come Misischia. Il loro nome ormai è diventato un marchio di garanzia ed è probabilmente per questo che The End? L’inferno fuori riesce a uscire nelle sale. E questo è un successo.
Daniele Misischia è all’altezza e non delude. Ci regala un’opera che fa sperare per il futuro cinematografico di genere italiano.
Il giovane regista romano è molto attivo nell’underground italiano per aver girato corti, web serie e film indipendenti e aver affrontato praticamente quasi ogni genere fra i quali l’horror, il thriller, l’action, alcuni dei quali ricchi di umorismo e tutti con ottimi risultati.
Avendo visto anche altre sue opere sono rimasto sorpreso per aver constatato un’importante maturazione registica e una padronanza della macchina da presa e della scena davvero notevoli.
Misischia lascia da parte la regia veloce e il montaggio sincopatico al quale ci aveva abituati e ci regala una pellicola horror dosando alla grande ogni inquadratura. Un film che scivola via perfetto in ogni sua ripresa, fermandosi quando serve sui personaggi, schizzando via sugli infetti, volando su una Roma post apocalittica, rendendo The End? L’inferno fuori una pellicola dinamica che non stanca mai.
Daniele Misischia e Cristiano Ciccotti giocano probabilmente con il poco budget a loro disposizione, scrivendo una sceneggiatura che è oro colato per queste produzioni: pochi personaggi, un’unica location. Il lavoro finale è ottimo e che vadano a farsi fottere le produzioni con milioni di dollari. Quando c’è la passione, la voglia di fare cinema porta a questi risultati, anche se con molto sacrificio. Misischia e compagnia bella hanno realizzato un film che, secondo me, dovrebbe entrare nella storia del cinema. Una Roma come ce la mostra il regista nelle scene iniziali e finali è da antologia. Se Danny Boyle con il suo 28 giorni dopo ci aveva regalato una Londra devastata e infestata da infetti sanguinolenti, Daniele Misischia ci delizia con la nostra capitale deturpata e silenziosa, dove le strade sono cosparse di carta straccia e cadaveri.
Le analogie con il film di Boyle sono diverse a partire dagli infetti che sono più simili a quelli di 28 giorni dopo che ai film di Romero, fino alla musica che ricorda quella del film inglese.
L’interpretazione di Alessandro Roja nei panni del protagonista alza il livello del film, reggendo da solo per tutta la pellicola, e non era facile. La stessa cosa vale per Claudio Camilli, perfetto poliziotto che cerca di aiutare Roja rinchiuso nell’ascensore.
Una breve comparsa anche per Misischia in perfetto stile fulciano.
Un film ricco di dettagli (ancora il lavoro ottimo di sceneggiatura), dal litro di latte, all’orologio che Roja indossa prima di scendere ai piani inferiori.
Il sangue gronda dall’inizio alla fine e la pellicola ci offre diversi effetti splatter e gore.
Io mi sono divertito e ho apprezzato non poco. Film come questi dimostrano che qualcosa si sta muovendo nel sottomondo italiano. Guardatelo. Apprezzatelo. Promosso a pieni voti. Una vera figata.
Ivo Gazzarrini