La recensione di oggi è dedicata al nuovo film di Lasse Hallstrom “L’Ipnotista” (BIM Distribuzione), tratto dall’omonimo romanzo di Lars Kepler, che uscirà nelle sale italiane dall’11 aprile.
Letteratura Horror, solitamente, non tratta film, essendo il nostro lavoro improntato più su ciò che propone l’editoria che sulla settima arte, ma in un’ottica futura di allargamento dei confini i vi proponiamo la recensione in anteprima de L’Ipnotista(leggi qui la trama), pellicola diretta da Lasse Halstrom(Le regole della casa del sidro e Chocolat) e tratta dal romanzo omonimo del 2009 di Lars Kepler (Longanesi Editore).
Lo diciamo subito, L’ipnotista ci è piaciuto e tanto. Ci è piaciuta la storia, ci sono piaciute le interpretazioni da parte degli attori, ci sono piaciute le ambientazioni, insomma un film che nel complesso definiremmo ottimo e che di sicuro riceverà un buon riscontro anche al botteghino.
UN FILM SCANDINAVO – Sin dalle prime scende si nota chiaramente il marchio identificativo della cinematografia scandinava (svedese in particolare, una cinematografia troppo spesso trascurata), a partire dalla fotografia, curata in modo impeccabile da Mattias Montero, con un continuo susseguirsi e rincorrersi di luci e ombre, spazi aperti e chiusi, passando dalla vastità innevata e fredda della periferia di Stoccolma, alle calde e ‘chiuse’ abitazioni domestiche, rassicuranti, ma allo stesso tempo inquietanti e claustrofobiche, luoghi degli atti più truculenti del film, atti – con nostra grande sorpresa – di chiara matrice light-horror.
LA PSICOLOGIA – Altro punto a favore del film è l’imprescindibile volontà da parte del regista di indagare, così come fatto nello stesso romanzo da Kepler (pseudonimo utilizzato dagli scrittori-coniugi svedesi Alexander Ahndoril e Alexandra Coelho Ahndoril), nella psiche dei personaggi scavando dentro di loro, fino al midollo per portarne fuori la vera essenza. L’indagine interiore riesce bene a Hallstrom, sebbene (e forse questa è l’unica pecca del film, anche questa, comunque, una caratteristica della cinematografia scandinava) si perde in troppi leziosismi e, a tratti, rallenta leggermente lo svolgimento della trama, comunque scorrevole e intrigante.
La stessa psicologia dei personaggi è, poi, alla base della pellicola, visto che il regista lascia trapelare quasi subito (siamo convinti volutamente) la risoluzione dell’intrigo della trama per incentrare l’attenzione su altro, quasi subito si capisce chi è e chi fa cosa, ma non è questo l’importante.
INTERPRETAZIONI MAGISTRALI – Dal canto loro, gli attori si calano perfettamente nelle parti a loro affidate e si lasciano indagare introspettivamente prestando a Halstrom con recitazioni di altissimo livello, soprattutto i tre protagonisti, ovvero Tobias Zilliacus (che impersona il caparbio e indefesso investigatore Jonna Linna, tra tutti l’attore meno conosciuto in Italia, ma molto convincente), Mikael Persbrandt (Erik Maria Bark, l’ipnotista del titolo, personaggio in crisi coniugale e, ancor prima, esistenziale) e Lena Olin (la Simone, moglie di Erik, e vera sorpresa del film).
Titolo: L’ipnotista Titolo originale: The Hypnotist Regista: Lasse Halstrom Attori: Tobias Zilliacus, Mikael Persbrandt, Leana Olin, Helena af Sandeberg, Jonatan Bökman, Oscar Pettersson, Eva Melander, Anna Azcarate, Johan Hallström, Göran Thorell Direttore della fotografia: Mattias Montero Sceneggiatura: Paolo Vacirca Produzione: Svensk Filmindustri AB Produttori: Börje Hansson, Peter Possne, Bertil Olsson Distribuzione in Italia: BIM Distribuzione Uscita nelle sale: 11 aprile 2013
GUARDA IL TRAILER DEL FILM
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