Recensioni – Dracul di Dacre Stoker e J.D. Barker


SINOSSI – Colpi alla porta. Sempre più rapidi, sempre più forti. Barricato in cima alla torre abbandonata, Bram Stoker prega che i cardini tengano e, nel frattempo, si prepara. Appende crocifissi e specchi alle pareti, carica il fucile e attende. Infine, temendo di non arrivare vivo all’alba, prende carta e penna e inizia a scrivere tutto quanto è accaduto fino a quel momento…
La storia comincia quando Bram ha cinque anni. È un bambino cagionevole, spesso costretto a letto, che passa gran parte del suo tempo con la sorella Matilda. E l’unica persona in grado di farlo stare meglio è Ellen, la giovane tata.
Eppure c’è qualcosa di strano in lei, nei suoi modi enigmatici, nella sua carnagione pallidissima. All’inizio è solo una sensazione, poi Bram e Matilda scoprono che, di tanto in tanto, Ellen esce di nascosto la notte. Proprio nelle notti in cui avvengono dei brutali omicidi a Dublino: persone trovate morte senza più una goccia di sangue in corpo. I sospetti di Bram e Matilda si fanno sempre più concreti finché, all’improvviso, Ellen sparisce e con lei anche il misterioso assassino che stava terrorizzando la città.
Gli anni passano. Miracolosamente guarito, Bram continua gli studi al Trinity College, mentre Matilda parte per Parigi. Al suo ritorno, corre da Bram con una notizia terrificante: ha visto Ellen, ancora giovane e bella come quando loro erano bambini. I due fratelli non lo sanno, ma quello sarà l’inizio di un incubo: l’incontro di Bram con una creatura allo stesso tempo spaventosa e affascinante, un incontro che, anni dopo, darà vita a un «romanzo» destinato a diventare leggenda…
RECENSIONE – Pubblicato in America lo scorso Ottobre, arriva anche nelle librerie italiane grazie ai tipi della Nord il nuovo Dracul, scritto da Dacre Stoker, il pronipote del famoso scrittore irlandese,(già autore del sequel ufficiale Undead – Gli immortali) in copartecipazione con il romanziere J.D. Barker (autore del thriller La quarta scimmia). Il romanzo in questione (candidato al Premio Bram Stoker 2018) è una sorta di prequel/genesi di quell’immortale capolavoro della letteratura gotica di fine Ottocento che risponde al nome di Dracula.
Basandosi sui preziosi documenti del suo famoso prozio, Dacre imbastisce una trama verosimile che lascia il lettore con il dubbio che non sia solo fiction, ma che tra le righe si nasconda un barlume di verità sulla vita realmente vissuta dallo scrittore suo antenato e sulla sua famiglia. Nel corso della lettura, molto spesso si insinuerà questo dubbio, la domanda che incrinerà la diffidenza del lettore sui fatti narrati. Vittima di una malattia che da bambino lo condannò a un isolamento forzato, Bram guarì miracolosamente dopo un comune salasso. Alla sua morte, avvenuta alla soglia dei sessantacinque anni, diede disposizioni ai propri cari affinché la sua salma venisse cremata, una pratica all’epoca poco diffusa e che suscita tuttora molti interrogativi legati alle motivazioni reali che portarono a tale richiesta. A raccontare la storia è proprio lo stesso Bram che, pronto a morire, vuole rivelare tutto di lui e del suo passato. Tutto ha inizio con la lunga notte di un uomo braccato da voci, ombre e ricordi inquietanti nel torrione di un’abbazia sconsacrata: aglio, ostie, rose bianche, specchi e crocifissi possono tener fuori il predatore, non il terrore e l’angoscia che egli suscita.
Dracul è un’avventura che riprende in maniera pressochè speculare la struttura del suo predecessore, con uno stile elegante e rigoroso; il romanzo prequel infatti segue passo passo le regole del Draculaoriginale. Ne viene fuori una lettura interessante e a tratti intrigante, che abbraccia una narrazione ad ampio respiro e una forma ormai familiare, fatta di note dattiloscritte e soprattutto pagine di diario, con continui salti temporali tra le memorie scritte dai protagonisti e l’accadimento dei fatti in divenire. Il Conte/protagonista è diverso da quello che si pensava di conoscere, e la storia rimane sempre in perfetto equilibrio tra biografia e finzione. Il romanzo, ambientato nella Dublino del diciannovesimo secolo, è una lettura lenta ma densa che invita ad approfondire maggiormente la vita di Bram, anche solo per capire cosa possa averlo spinto a scrivere una storia così vivida da essere percepita addirittura come realmente vissuta. Una trama che coinvolge via via che si avvicina all’epilogo, per poi chiudersi e lasciare ancora più domande, invece che risposte. Un’opera ispirata a certe leggende del folklore dell’epoca da cui gli autori attingono a piene mani, che trasporta il lettore in un’ambientazione estremamente gotica e ricca di particolari, indispensabili per farci procedere sul sottile filo che separa il reale dal fantastico.
Max Ruzzante