His House, recensione del film horror su Netflix
Remi Weekes firma questo bel horror in salsa africana, un horror dei tempi moderni che affonda le proprie radici nella storia africana

“His House” di Remi Weekes è il nuovo film horror soprannaturale Netflix, recensito da LetteraturaHorror.it.
Finalmente Netflix riesce ad assestare un colpo deciso e incisivo per quanto riguarda la propria offerta horror.
Se come serie tv le proposte della piattaforma di streaming in ambito horror è stato il più delle volte apprezzata; non si poteva dire lo stesso nel campo dei lungometraggi. Oggi possiamo dire con una sufficiente dose di certezza, però, che l’azienda di Scotts Valley ha finalmente fatto centro offrendoci un prodotto di qualità.
UN PRODOTTO DI QUALITÀ
Stiamo parlando del nuovo horror His House per la regia e la sceneggiatura di Remi Weekes. La pellicola ispirata a una storia di Felicity Evans e Toby Venables.
Non a casa tra i produttori di His House figura la BBC Films. La casa produttrice britannica, da sempre, è sinonimo di qualità. In questo caso la BBC è stata affiancata da Regency Enterprises, Vertigo Entertainment e Starchild Pictures. La pellicola uscita lo scorso 30 ottobre su Netflix, ha ottenuto un grande successo al Sundance Film Festival 2020. Inoltre sull’aggregatore di recensioni Rotten Tomatoes dove ha ottenuto il 100% di rating positivo.
SINOSSI
Una coppia di rifugiati, Bol e Tail, del Sud Sudan riesce finalmente ad avere un periodo di prova in Gran Bretagna. Gli viene assegnata una casa e una diaria settimanale per cominicare a integrarsi in una nuova comunità, in una nuova vita, ma il passato non gli abbandona mai, anzi sembra seguirli anche nella nuova casa e nella nuova realtà. La battaglia che i due dovranno combattere sarà lunga rimettendo in gioco se stessi.
HIS HOUSE – LA RECENSIONE
Diciamolo subito, se non si è capito prima, a noi His House è piaciuto. Ed è piaciuto davvero tanto. Finalmente abbiamo un horror che non sia un prodotto confezionato esclusivamente per un consumo mainstream. Lo spettatore è chiamato a riflettere e non a assorbire passivamente ciò che viene propinato.
L’oscurità e il male che Bol e Rial dovranno affrontare, in realtà, sono molto più umani di ciò che sembra, il soprannaturale è solo la punta di un iceberg che affonda le sue radici molto più nel profondo dell’animo umano. La coppia è scappata dalla guerra e dalla violenza per tentare una nuova vita, ma in realtà i due rifugiati sono solo degli zombie viventi, dei sopravvissuti che non sono pronti a vivere le proprie vite, ma solo a trascinare giorno dopo giorno il ricordo degli orrori visti e vissuti.
Il film è intriso di cultura tribale sudanese, un aspetto che affascina e coinvolge ancora di più lo spettatore che rimane con il fiato sospeso per tutta l’ora e mezzo di programmazione.
His House è un piccolo capolavoro, un film che non ha bisogno di esagerare in jumpscare o strane trovate sanguinolente e di effetti speciali per creare disagio e “disturbare”.
IL CAST
Molto buona anche la caratterizzazione dei protagonisti ben rappresentati dai due attori principali, Sope Dirisu e Wunmi Mosaku completamente funzionali al film e ai propri personaggi, personaggi che hanno una profondità e un vissuto ben rappresentato nell’arco della durata del lungometraggio. Nota di merito anche per Matt Smith. L’attore è capace di rappresentare appieno il retaggio culturale europeo nei confronti di ciò che non si conosce e che viene reputato erroneo senza possibilità di appello.
CONCLUSIONI
His House riesce a convincere, a commuovere, a spaventare, a far riflettere. Ti intrattiene ti fa amare i protagonisti, poi te li fa odiare, poi, infine, ti lascia decidere da che parte stare ben sapendo che non esiste una parte giusta o ingiusta, non esiste più la sottile linea tra ciò che è corretto o sbagliato.
Tutto viene messo in discussione e ogni cosa viene ribaltata, soprattutto quando due personaggi hanno un vissuto talmente tormentato e reale come i due profughi scappati da un paese perennemente in guerra.
Come dire, un po’ la quinta essenza dell’horror.
In conclusione crediamo che il miglior riassunto del film sia nella frase finale di Bol “I tuoi fantasmi ti seguono, non vanno via. Loro vivono con te“.
His House un film assolutamente da non perdere.