Racconto: La Domenica Horror – L’incubo di Meredith di Marco Messina




L'incubo di Meredith

L'incubo di MeredithLetteraturaHorror.it propone per la nuova rubrica “La Domenica Horror” un racconto scritto da Marco Messina. Il racconto horror si intitola “L’incubo di Meredith” e sarà possibile leggerne un estratto qui sotto e, poi, scaricarlo gratuitamente in formato pdf. Inoltre, previa registrazione e login al sito (o sei già registrato solo login), sarà possibile votarlo e commentarlo.

Se vuoi pubblicare anche tu un racconto nella nostra speciale rubrica La Domenica Horror scrivici a  redazione@letteraturahorror.it proponendoci il tuo racconto corredato da un’immagine, oggetto della mail dovrà essere “La Domenica Horror”. Ogni domenica verrà pubblicato un racconto horror!

L’INCUBO DI MEREDITH

L’inverno gelava il cuore, col freddo tagliente che regnava a Glencoe. In mezzo ad alte e maestose colline, c’era una casa, presa in affitto dalla famiglia Watson nel lontano 2009. Il signor Watson, desiderava una dimora più voluminosa per la sua famiglia composta da 5 persone. Lui e sua moglie Maggie, due fratelli di 5 e 7 anni, e la sorella maggiore, Meredith. Nell’androne d’ingresso si presentava un’enorme scalinata che portava a un lungo corridoio pieno di stanze. C’era spazio a volontà per tutti in quella casa a 2 piani. Il salotto stralussuoso, con due poltrone in pelle, un tavolino in vetro con sopra dei bicchieri e due bottiglie di whisky e vodka, un grande camino in stile rustico e un’enorme libreria che copriva le mura della stanza, si trovava al piano di sotto a pochi passi dall’ingresso. Era il posto tra l’altro dove amava passare le sere il signor Watson, da solo, a leggere un romanzo di King o ad ascoltare musica su un vecchio giradischi sorseggiando un bicchiere di whisky. Quasi una settimana era passata, da quando vivevano lì e Tom ci aveva preso gusto a bere ogni sera. Per questo era spesso nervoso, l’alcool gli mandava in fiamme il cervello. Una delle tante sere, mentre era seduto su una poltrona di pelle color rosso proprio in quel salotto e stava per buttare giù l’ultimo sorso di vodka liscia, cominciò a sentire dei rumori strani. Il bicchiere gli tremava, o forse era la sua mano, non riusciva a capirlo. Ebbe la sensazione che l’enorme libreria che aveva davanti stesse per crollargli addosso e che tutto ciò che lo circondava si muovesse da solo, come se ci fosse un terremoto in corso. Meredith guardava suo padre bere dall’ingresso della stanza. Quella sera, aveva lasciato la porta chiusa solo a metà. Vide suo padre d’improvviso gettarsi involontariamente il whisky addosso ai vestiti e poi urlare come un pazzo, bestemmiando e buttando il bicchiere a terra. Dopo qualche secondo si alzò di colpo seccato per andare in bagno a lavarsi le mani e Meredith corse di sopra senza farsi notare. La scena che lei aveva visto l’aveva disgustata e addirittura quasi inquietata. Che uomo era suo padre? Perché non era il classico buon padre di famiglia ma solo uno sporco ubriacone? Meredith non se ne capacitava, nemmeno per un istante. Dopo qualche giorno anche la madre, cominciò a notare qualcosa che non andava in quella casa. Si accorse di strani movimenti e trovò spesso i mobili fuori posto, chiedendo a suo marito e ai figli se fossero stati loro, invano. Le porte di alcune stanze che lasciava aperte quando si allontanava, le ritrovava puntualmente chiuse. A sera inoltrata lei e il marito sentirono strani rumori che disturbarono il loro sonno profondo. [SCARICA IL PDF E CONTINUA A LEGGERE IL RACCONTO]



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