Racconto Breve: “L’Esca” di Paolo Secondini


L’ESCA
Dal terreno spuntò dapprima una mano, poi l’altra, infine la testa che, volgendosi intorno, parve esplorare il vecchio cimitero.
Un bambino di circa due anni sedeva tra l’erba a poca distanza dalla tomba, sotto i tiepidi raggi di un sole primaverile. Indossava maglietta e pantaloncini dai colori sgargianti.
Con un po’ di fatica lo zombie estrasse se stesso dal terreno. Una volta in piedi, si avviò barcollando verso il bambino il quale, appena lo vide, rimase a fissarlo incuriosito, poi gli sorrise.
Lo zombie, spalancata la bocca, emise un sordo mugugno. Allorché fu vicino al bambino, digrignò con rabbia e tese le mani per ghermirlo.
In quell’istante una detonazione ruppe il silenzio nel vecchio cimitero.
La testa dello zombie esplose letteralmente. Spruzzi di sangue, misti a frammenti di ossa e cervello, investirono il volto del bambino, che scoppiò in un pianto dirotto.
Da dietro una lapide monumentale, con la statua di un angelo in ginocchio, accorse una donna. Alzato il bambino da terra, lo strinse con delicatezza tra le braccia.
«Da bravo, tesoro, non piangere!» lo esortò in modo affettuoso, mentre con il fazzoletto gli detergeva il visino. «Non piangere, amore! C’è la mamma con te. È tutto finito.»
«Può ben dirlo!» fece un uomo con tra le braccia un lungo fucile, la cui canna ancora fumava.
Trasse di tasca alcune banconote che, con gesto deciso, porse alla donna.
«Prenda. È ciò che avevamo pattuito.» Emise un breve sospiro. «Stesso lavoro domani nel cimitero di M… Uguale compenso. Le sta bene?»
«D’accordo!» rispose la donna, afferrando il denaro.
«L’aspetterò al cancello d’ingresso, questa volta dopo il tramonto,» disse l’uomo. «Porti il bambino, ovviamente.»
«Come sempre.»
Dopo un rapido cenno di saluto, la donna andò via. L’uomo rimase a osservarla mentre, con in braccio il piccino, si inoltrava fra le tombe del vecchio cimitero invaso dalle erbacce.
Paolo Secondini (clicca per conoscere l’autore)
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