Prede di Gabriel Bergmoser, recensione dell’horror Macabre
Un romanzo crudo, rurale e moderno. Un viaggio violento in un angosciante scoperta dell'Australia più segreta e nascosta

Prede recensione del romanzo thriller-horror di Gabriel Bergmoser edito da Sperling & Kupfer per la collana Macabre. Volume disponibile sia in cartaceo che in ebook
Nelle settimane scorse vi avevamo presentato il nuovo progetto horror made in Sperling & Kupfer. Ovvero dare vigore al thriller e all’horror più crudo e inquietante pubblicando romanzi ancora inediti in Italia all’interno della collana Macabre.
Trai i titoli presentati vi era non solo Il banditore di Joan Samson (leggi la nostra recensione), ma anche Prede di Gabriel Bergmoser, le prime due uscite della nuova collana a cui ha fatto seguito nel mese di ottobre Nel buio della casa di Fiore Manni e Michele Monteleone.
Oggi vogliamo recensire Prede, un romanzo di un autore australiano ancora poco conosciuto in Italia, ma tutto da scoprire.
Volume disponibile sia in cartaceo che in ebook
LA TRAMA
Quattro sconosciuti, un’isolata stazione di servizio nel cuore dell’Australia, un unico terribile incubo a occhi aperti. Un romanzo che dà corpo ai mostri che vivono in mezzo a noi. Frank è il proprietario di una stazione di servizio su un’autostrada poco frequentata nell’Australia rurale. Allie, sua nipote, viene mandata a stare con lui per l’estate per piegarne il comportamento ribelle, ma i due non parlano molto. Simon è un ragazzo sognatore e idealista, schiavo del fascino dell’esplorazione on the road e alla disperata ricerca di qualcosa. Maggie è la giovane donna che unirà i loro destini, qualcuno il cui viaggio personale porterà su tutti loro un terrore inimmaginabile.
PREDE – LA RECENSIONE
Con il romanzo di Gabriel Bergmoser dovete essere pronti a immergervi in luoghi e situazione davvero incredibili e affascinanti. Se non fosse anche solo per la scoperta e riscoperta dell’Australia più primitiva e selvaggia. Un’Australia rurale e inaspettata, lontana e totalmente diversa dalle affascinante e stordenti luci delle grandi città; o dalle spiagge bianche e immacolate patria di surfisti, squali e bagnanti. Lontana anni luce dalla tranquillità e dal benessere che viene sfoggiato quando si parla della grande isola dell’Oceania.
No l’Australia di Bergmoser è cruda, vera, rurale. Un luogo inospitale, dove a farla da padrone è la sopravvivenza, la violenza, dove gli uomini e le donne sono come gli animali del luogo, come il terreno del bush. Inospitali, velenosi, pericolosi.
Leggere Prede è come immergersi in un film pulp alla Tarantino, ma mescolate con le ambientazioni alla Greg McLean di Wolf Creek (film horror del 2005 da recuperare per chi non lo conoscesse). Non a caso il nostro paragone viene fatto con due film, poiché crediamo che Prede sia la quinta essenza della stesura di un romanzo a cui uno sceneggiatore o produttore possa attingere per la trasposizione di un horror selvaggio. Il limite di questo romanzo è, però, dettato dall’estremo legame con l’ambientazione e il contesto in cui è inserito.
Come sempre la nostra è un’opinione personale e per tale va presa, ma crediamo che a questo libro vada data una chance. Non un capolavoro, per carità, ma non ha la pretesa di volerlo essere. Se vi rivedete nelle caratteristiche su descritte, però, forse è il caso di immergevi in questa lettura. Non ne rimarrete delusi.