Nuove Uscite – “Nove Strati di Buio” a cura di Laura Sestri




“Nove Strati di Buio” a cura di Laura Sestri è la nuova antologia horror Echos Edizioni.
IL PROGETTO – Nove Strati di Buio è un progetto nato in occasione dell’apertura della selezione per la nuova collana Abissi, curata da Laura Sestri, avviata a maggio e presentata al Salone del Libro di Torino. La collana è stata accolta con interesse e subito sono arrivate numerose proposte da autori, non solo esordienti. Insieme a romanzi sono arrivati anche molti racconti, e alcuni di essi hanno fatto intravedere la possibilità di creare un’antologia a tema. Nasce così Nove Strati di Buio. Otto storie nere dalla penna di nove autori italiani.

Il tema comune di queste nove storie è qualcosa che appartiene all’uomo sin da sempre: la paura di cosa ci sia dopo. Da sempre l’uomo ha fantasticato su come fosse, su cosa ci fosse una volta finita la nostra esistenza terrena, e lo ha fatto nei sogni, nelle fantasie ad occhi aperti, nell’ora del pericolo e del dolore. E ha iniziato a creare storie e leggende. E lo fa ancora.
Queste storie, ciascuna a proprio modo, esplorano alcuni aspetti legati a queste riflessioni da prospettive diverse. In queste storie vi è l’uomo nella sua dimensione quotidiana, che arriva – o è già arrivato quando inizia la storia – a un punto in cui qualcosa si è inceppato. È successo qualcosa che porta il protagonista a fare i conti o con la parte più nera di se stesso, o con la parte più nera di qualcun altro.
SINOSSI – Il volume contiene 9 storie:
La folle e vacua volontà di conservare i propri cari di là di tutto, del tempo, della vita e della morte (Casa di ringhiera di Olivia Balzar).
La delicata, semplice e allo stesso tempo profonda riflessione sullo spegnersi di tutto e sul male di vivere, grottesco e malinconico (La camera ardente e La domenica tornano solo per il pranzo di Giovanni Canadè).
L’insensata crudeltà nell’infliggere la fine e la lucida rappresentazione di una cinica malvagità, di un vuoto – sociale – dell’essere (La vendetta di Tim, Juri Casati).
La disturbante connessione tra chi misero ancora vive e chi è ormai malmorto, ed esige verità (Il Pozzo di Nuela Celli).
La presa di coscienza di una metamorfosi latrice di morte, lucida e psicotica discesa nell’abisso (Scappiamo insieme di Marco Esposito).
La liberazione di una coscienza così nera che emerge dal più cupo e insondabile degli umani abissi (La copia di Luigi Musolino).
La consapevolezza di essere giunto alla fine della propria esistenza su questa terra, dell’inganno e del dolore, nella vita e dopo (Credevo di essere morto, Simonetta Santamaria).
La paradossale contemplazione di un morire, a tratti quasi – ma a ben guardare non – blasfemo, con le sue illusioni e i suoi enigmi (Le cose sulle cose, Ottavio Taranto).



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