Non dormire nel bosco stanotte recensione
Un horror splatter tra il classico e l'artigianale. Un film che lascia perplessi, ma che si fa vedere. Per gli amanti del genere splatter anni '70-'90

“Non dormire nel bosco stanotte recensione del nuovo horror splatter di Bartosz M. Kowalski in streaming su Netflix recensito da LetteraturaHorror.it.
Nella giornata di ieri 29 ottobre 2020 la piattaforma di streaming Netflix ha reso disponibile in tutto il mondo, un nuovo horror dal titolo Non dormire nel bosco stanotte di cui vi avevamo già parlato in questa news.
LA SINOSSI
Zosia, Julek, Bartk, Aniela e Daniel sono i cinque ragazzi si trovano in uno stesso gruppo di escursionisti creato all’interno del campeggio Adrenalina, un campus di recupero per i dipendenti da internet, social media e videogiochi. I cinque ragazzi sono accompagnati dalla guida Iza all’interno di un bosco polacco, ma non sono soli a perseguitarli c’è il male assoluto assetato di sangue e di frattaglie.
NON DORMIRE NEL BOSCO STANOTTE RECENSIONE
Non dormire nel bosco stanotte è un film polacco del regista Bartosz M. Kowalski, un horror in piena regola che rispetta i canoni di film americani degli anni ’70- ’80 -’90 inizio 2000, insomma nel filone dei vari Venerdì 13, Non a aprite quella porta, Le colline hanno gli occhi, Quella casa nel bosco, Scream, e via dicendo. Tutti film che hanno in un modo o nell’altro suggestionato e ispirato il regista.
Il lavoro che ne esce è discreto. Un’ora e quaranta minuti di film da vedere con “leggerezza” per gli amanti dell’horror che possono anche “godere” della vista di frattaglie e sangue. Le scene splatter, messe qua e là, inducono lo spettatore al giusto disturbo che una pellicola slasher vuole indurre, ma è poco e non basta a tenere in piedi un film che, purtroppo, manca di sprint e di qualcosa di nuovo. Insomma Non dormire nel bosco stanotte manca della famosa “marcia in più” che ci si aspetta da un prodotto contemporaneo.
L’etichetta di “primo slasher polacco” non sembra pienamente giustificata, le 3 o 4 scene splatter non bastano tanto più che, come dicevamo prima, non introducono nessuna novità narrativa o tecnica.
I PERSONAGGI
Per quanto riguarda i personaggi pecca di una poca caratterizzazione dei vari protagonisti. La sola cosa che si evince (ed è ovviamente palese) è, ancora una volta, un omaggio agli horror americani con il “rispetto” dei canoni classici. Ne escono, così, figure stereotipate (il belloccio, il sensibile, il nerd, la bonazza, la stramba) e poco “profonde”. Solo ai serial killer (e ci mancherebbe pure) e il personaggio di Zosia viene dedicata una “storia”. Per quest’ultima, interpretata da Julia Wieniawa-Narkiewicz, il tutto risulta abbastanza ininfluente ai fine del racconto e non giustifica, né motiva azioni e comportamenti. Insomma la storia di Zosia sembra buttata lì, sembra quasi che sia stato un riempitivo.
Da vedere? Secondo noi sì se siete amanti dei film horror classici e dello splatter e volete vedere il primo film polacco del genere. Insomma più per curiosità che per altro, ma non aspettatevi troppo; comunque sempre meglio di tanti titoli horror commedy “piazzati” da Netflix negli ultimi tempi.