Laura di Wladimiro Borchi – La Domenica Horror

Nuovo racconto horror per la nostra rubrica settimanale. Scarica e leggi il racconto gratuito e inviaci il tuo




Laura di Wladimiro Borchi - racconto horror

Laura di Wladimiro Borchi è il nuovo racconto breve dell’orrore per la rubrica La Domenica Horror. Sarà possibile leggerne un estratto qui sotto, poi, scaricarlo gratuitamente in formato pdf.

Se vuoi pubblicare anche tu un racconto nella nostra speciale rubrica La Domenica Horror scrivici alla mail redazione@letteraturahorror.it proponendoci il tuo elaborato corredato da un’immagine. Oggetto della mail dovrà essere “La Domenica Horror”. Ogni domenica verrà pubblicata storia diversa!

LAURA DI WLADIMIRO BORCHI

Laura aveva un coltello: lo teneva nascosto nella tasca dei jeans e quel giorno l’avrebbe usato. Era piccolo, con la lama che rientrava nell’impugnatura rossa. C’era una croce bianca disegnata sopra. Mamma diceva che era svizzero, quello era il motivo del simbolo. Non aveva nulla a che fare con Gesù e la parrocchia.
I coltelli sono pericolosi, ci si può far male alle persone!
La voce della brava bambina, quella di Laura “angioletto perfetto”, aveva ragione: la vita è sacra, è un dono di Dio. Quel giorno, però, doveva affrontare i diavoli che scavano nella pancia: stavolta li avrebbe scacciati, stavolta non l’avrebbero presa!

Anche Gesù lo ha fatto ai diavoli! Ha ricacciato una legione di demoni nel corpo dei maiali e li ha lasciati affogare! L’aveva raccontato Don Cristiano alla messa della domenica e quindi era vero.
Alla prima ora c’era italiano e Francesco le avrebbe letto una fiaba.
Non vedeva l’ora: era bravissimo a raccontare le storie, molto più bravo di papà. Sapeva fare le voci di tutti i personaggi: quella cupa dell’orco e del lupo, quella squillante del bambino e della principessa.
Francesco era bellissimo, aveva gli occhi chiari e parlava con lei. Era un principe forte e coraggioso e un giorno l’avrebbe sposata e portata nel suo castello.
Chi s’assomiglia si piglia! diceva la nonna e il suo insegnante di sostegno era proprio uguale a lei, aveva la pelle bianca come la luna piena e le sopracciglia castane folte.

Peccato che esistessero i numeri: fare matematica era difficile e la faceva sentire scema. Le sarebbe toccata alla terza ora. Quando Francesco le spiegava la matematica era molto meno bello e divertente di quando le leggeva le storie.
Era arrivata tardi a scuola e il corridoio era deserto.  SCARICA IL PDF E CONITNUA A LEGGERE "LAURA"



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Michele Colautti
Michele Colautti
2 anni fa

Complimenti, ben scritto, leggero e con un finale molto interessante.