La Volontà trasgressiva – Seconda frontiera, nuova antologia Kipple
Scopri con noi la nuova antologia Kipple Officina Libraria tra weird e Sci-fi curata da Sandro Battisti con racconti di Paolo Di Orazio, Domenico Mastropasqua, Udovico Atanagi e tanti altri.

La Volontà trasgressiva – Seconda frontiera a cura di Sandro Battisti è la nuova antologia tra weird e sci-fi edita da Kipple Officina Libraria. Libro disponibile sia in ebook che cartaceo
Oggi abbiamo il piacere di segnalarvi una nuova, interessante antologia curata da Sandro Battisti che raccoglie il meglio weird e sci-fi made in Italy. L’antologia in questione si intitola La Volontà trasgressiva – Seconda frontiera e raccoglie undici racconti di altrettanti autori italiani.
Gli autori presenti nell’antologia sono Paolo Di Orazio, Alessandro Gatti, Francesca Fichera, Domenico Mastrapasqua, Lukha B. Kremo; Marco Milani, Yanuk Lurjiame, Roberto Furlani, Uduvicio Atanagi, Giovanna Repetto, Giovanni De Matteo. Inoltre, per rimarcare ulteriormente il carattere futuristico e innovativo dell’antologia, è presente un inserto VR sul brano Anubi di Krell; un QRCode creato dal curatore. La copertina è a cura di Ksenja Laginja.
Libro disponibile sia in ebook che cartaceo.
LA VOLONTÀ TRASGRESSIVA – LA SINOSSI
I cardini su cui vive l’antologia che vi apprestate a leggere nascono dalla lettura di Helgoland, di Carlo Rovelli, e delle Nozze chimiche di Aleister Crowley, di Franco Pezzini; vincoli che sanno di fisico, di etereo, di Filosofia, di Scienza, di correlazioni che si attivano solo in determinati momenti, di vita che ha senso soltanto se tutto si allinea verso le nostre percezioni.
Come infatti sottolinea Rovelli, che cita Nāgārjuna; “Se nulla è esistenza in sé, tutto esiste solo in dipendenza da qualcos’altro, in relazione a qualcos’altro. E io che vedo una stella esisto? No, neppure io. Chi vede la stella allora? Nessuno. Vedere la stella è una componente di quell’insieme che convenzionalmente chiamo il mio Io; perché le cose sono vuote, nel senso che non hanno realtà autonoma ed esistono grazie a, in funzione di, rispetto a, dalla prospettiva di qualcos’altro. Quello che articola il linguaggio non esiste. Il cerchio dei pensieri non esiste”.
Rovelli definisce in seguito, sempre in Helgoland, il suo pensiero ancora più approfonditamente. “Non c’è nessuna essenza ultima o misteriosa da comprendere. ‘Io’ non è altro che l’insieme vasto e interconnesso dei fenomeni che lo costituiscono. Ciascun dipendente da qualcos’altro. Secoli di speculazione occidentali sul soggetto e sulla coscienza svaniscono come brina nell’area del mattino”. Nāgārjuna – ci dice sempre Rovelli – distingue due livelli, come fa tanta filosofia e tanta scienza. La realtà convenzionale, apparente, con i suoi aspetti illusorio e prospettici, e la realtà ultima. Ma porta questa distinzione in una direzione inaspettata: la realtà ultima, l’essenza, e assenza, è vacuità.
…E ANCORA…
Se ogni metafisica cerca una sostanza prima, un’essenza da cui tutto dipenda, il punto di partenza da cui poi derivare, il resto allora non esiste. L’unica realtà è quindi la vacuità? È questa la realtà ultima? No, scrive vertiginosamente Nāgārjuna. Ogni prospettiva esiste solo in dipendenza da altro, non è mai realtà ultima, e questo vale anche per la prospettiva: pure la vacuità e vuota essenza, è convenzionale. Nessuna metafisica sopravvive. La vacuità è semplicemente vuota. A quel punto, la Seconda frontiera diviene il frutto finalmente vivo di ciò che viene plasmato dalla personale Volontà trasgressiva.