La Pallina Verde – Ivano Cipollina
Michele non si era nemmeno cambiato dalla fretta che aveva, con le mani ancora nere, sporche di quel grasso che non andava mai via, chiuse la cler dell’officina, il suo lavoro gli sporcava le mani, certo, ma dio se lo faceva guadagnare…Aveva seguito il consiglio giusto, ormai a trentaquattro anni aveva deciso che la sua vita sarebbe stata in mezzo alla macchine a cambiare gomme. Gli piaceva il suo lavoro e lo sapeva fare bene, e l’importante era che la gente ritornava, stagione estiva, stagione invernale, le gomme le cambiavano da lui.
Con quelle mani ruvide e grandi, fortissime, poteva rompere le ossa anche a un cavallo, ma come erano dolci con la sua unica figlioletta, che era l’unica persona a cui piacevano, Simona.
A differenza di sua moglie Patty che adorava tutto di lui tranne le sue mani. Ma lui la amava anche per questo, era una donna che diceva sempre ciò che pensava.
Era arrivato un altro inverno, un altro Dicembre, e Michele, aveva il compito di andare a cercare i regali, quell’anno avrebbe dovuto anche cercare gli addobbi, l’anno prima l’albero di Natale era andato a fuoco insieme a gran parte del presepe, Bambin Gesù compreso.
Si era salvata solo quella pallina verde. Una pallina che nessuno sapeva da dove arrivava, forse era sempre stata in quella casa ereditata dalla nonna di Michele. La pallina aveva al posto dei normali gancetti di plastica un ferro piegato, appuntito per giunta, Michele ci si pungeva sempre, anche sua moglie la odiava abbastanza, era sbiadita, brutta e cattiva, più volte cerò di buttarla via. Ma sua figlia fin da piccola chiedeva sempre dove si trovasse la sua pallina verde in tempo, prima che lei decidesse di tirare fuori gli addobbi natalizi. Anche quando andò a fuoco l’albero e il presepe esplose letteralmente, alla vigilia del Natale prima, la piccola Simona fu contenta che la sua “ paina vedde “ si salvò. Se la strinse con le manine al petto e andò a dormire, il mattino dopo scartarono i regali con una piccola parte del presepe dove si erano solo salvati il bue, un contadino, un fornaio e la stella cometa a cinque punte, e la pallina verde che se ne stava guardinga sulla punta del mozzicone di albero rimasto, il resto era andato tutto in fiamme.
Michele camminava rasente il muro dei palazzi mentre la neve gli picchiettava in faccia e si depositava sui capelli folti castani, aveva deciso di andarci a piedi anche perché il suo era solo un giro di ricognizione, doveva prenotare due regali grossi per la bimba già chiesti e decisi mesi prima, e poi doveva andare al negozio di Swarovski per vedere quello per la moglie, poi doveva andare a vedere per gli addobbi, si chiese se sua moglie fosse riuscita a buttare via la pallina verde, prima che Simona se ne fosse accorta o meglio ancora se l’avesse dimenticata.
Ma in quel preciso istante, Simona stava giusto chiedendo alla mamma, dove fosse la sua pallina verde.
Michele ritornò a casa con due grossi pacchi, Simona era tutta presa a disegnare, e quando lo vide entrare spalancò gli occhi e corse in braccio al suo papà, “ sai che la mamma voleva fare finta che la pallina verde non c’era più ? “ le disse sua figlia.
“ mmmm e ma sai che quella pallina li è vecchia, non possiamo metterla insieme a quelle che ho comprato..” la bimba cominciò a rovistare nei sacchetti insieme alla madre, parve essersene dimenticata della pallina verde, e i due genitori si guardarono tirando un sospirò di sollievo, Patty incrociò le dita e guardò al cielo, mentre la figlia tirava fuori le scatole con le palline nuove, erano tutte colorate e di tutte le misure, alcune avevano impresse sopra anche le immagini dei Simpson e di altri cartoni animati che sua figlia adorava, Simona era già al Settimo cielo, e sua madre si immaginò la faccia di sua figlia quando avrebbe visto la casa gigante di barbie e il castello incantato, con tanto di gioco per la play station.
“ Ma è il doppio di quello vecchio che abbiamo bruciato ! “ Urlò la figlia….i suoi genitori si misero a ridere, ma la figlia diventò in un istante seria e triste, e mormorò: “ quello che abbiamo bruciato io e lei…”Ma i suoi genitori era troppo intenti a parlare sotto voce a loro volta, della prenotazione dei regali grossi per Simona per accorgersi che c’era effettivamente qualcosa che non andava.
Il giorno di Natale, l’albero era perfettamente addobbato, i regali erano stati posizionati con cura di fianco al presepe anch’esso luccicante, con tutte le sue lucine intermittenti, e tutte le statuine nuove al loro posto, bambin Gesù compreso, la bimba di soli 8 anni teneva ancora stretto tra le mani il lungo coltellaccio sporco di sangue. Sua nonna, o meglio, quella che credette essere sua nonna, le aveva detto qualcosa da dentro la pallina verde, qualcosa di cattivo, qualcosa di assolutamente cattivo, e lei come in trans fece quello che le aveva detto di fare.
La prima volta le aveva detto di bruciare, e questa volta le aveva detto quell’altra cosa…
I suoi genitori avevano solo sentito il freddo della lama appoggiata per un istante sulla gola, poi il nulla, ed ora giacevano sdraiati nel loro letto matrimoniale con le carotidi tagliate di netto e il sangue che era schizzato fin sopra al soffitto, la bambina se ne stava seduta in mezzo la sua stanza col suo coltello al fianco e la pallina vedre tra le mani.
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