Intervista – Dario Tonani autore di “WAR-Weapons. Androids. Robots”


In Italia dici fantascienza e Military Science Fiction e leggi Dario Tonani.
Letteratura Horror ha avuto l’onore e il piacere di poter intervistare lo scrittore in vista dell’uscita del suo nuovo eBook WAR – Weapons. Androids. Robots edito con Mezzotints per la nuova collana Raggi, tutta dedicata alla fantascienza.
WAR raccoglie due racconti dello scrittore milanese: Necroware e Poliarmoidi (clicca qui per saperne di più).
Buona lettura!
Buona lettura!
D) WAR – Weapons. Androids. Robots un futuro militare immaginato, ma davvero il futuro potrebbe riservarci queste problematiche?
R) Purtroppo, non da oggi la ricerca in campo militare è molto più avanti di quanto lo sia in qualsiasi altro ambito, medico e scientifico su tutti. E mentre possiamo avere una percezione seppure approssimativa di quelli che saranno i progressi tecnologici da qui a dieci/vent’anni, dai telefoni di prossima generazione alle automobili di domani, ben più difficile è capire con cosa si combatteranno le guerre del futuro. O per lo meno lo sappiamo molto a grandi linee, attingendo ai luoghi comuni di giornali e telegiornali. In “WAR” si fa riferimento all’uso di cadaveri “rianimati” da mandare in battaglia: non è un mistero, del resto, che in passato le salme siano state impiegate per gli studi più diversi. Si pensi per esempio ai manichini – i cosiddetti “dummy” – utilizzati dalle case automobilistiche per i crash test…
D) Le due storie raccontano vicende che comportano non poche problematiche e non pochi interrogativi etici che vanno molto di moda negli ultimi anni. Tu come ti poni riguardo questi argomenti?
R) Mettere la morte al servizio della sicurezza, della salute e in ultima analisi della vita, ancora oggi comporta qualche problema etico in molte persone. In “WAR” però si va decisamente oltre, reinterpretando in chiave fantascientifica quanto i terroristi kamikaze fanno abitualmente, come espressione di lotta e di affermazione del loro credo e dei loro ideali: immolare la propria vita per uccidere il nemico o addirittura degli innocenti.
D) Che libro è WAR?
R) È un libro che offre più di qualche spunto di riflessione sull’etica della guerra (ammesso che ne abbia una!) e sul concetto di solidarietà e di amicizia tra esseri umani. Ma è anche un libro per divertire, con un mix di adrenalina ed… effetti speciali.
D) Come è stato lavorare a stretto contatto con Mezzotints e con la nuova collana Raggi?
R) In una parola, splendido! Ci siamo trovati subito sul progetto di costruire una mini antologia a tema, che però avesse qualcosa di “hard” e di innovativo, almeno in Italia. E devo dire che la Military Science Fiction lo è! Poi siamo passati, per così dire, al lavoro sul campo: all’editing a quattro mani e alla promozione. E sono molto contento del lavoro che è stato fatto e si sta facendo.
D) Tu sei uno dei maestri del genere Military Science Fiction, almeno in Italia. A chi ti ispiri?
R) Maestro no, diciamo che qui da noi sono abbastanza un pioniere. In realtà, il genere Oltreoceano ha uno zoccolo durissimo di appassionati, e una lunga tradizione che va dai maestri – quelli sì – come Robert A. Heinlein e Joe Haldeman, agli autori di ultima generazione come Richard K. Morgan a John Scalzi.
D) Ami spaziare da un campo all’altro della letteratura, spesso coniugando nello stesso racconto o romanzo la fantascienza con l’horror e il fantasy. A quale di questi generi ti senti più legato?
R) Sono nato col fantastico, anche se sono approdato quasi subito alla fantascienza. Non amo però le etichette e nel mio piccolo faccio di tutto per scrollarmele di dosso e saltare gli steccati tra un genere e l’altro. Mi sento semmai accasato ovunque si parli di “ibridazione”, “contaminazione”, “crossover” tra generi. Insomma, sono un borderline.
D) Quali sono i tuo progetti letterari futuri?
R) Due su tutti: il seguito di “Mondo9”, previsto per il 2014, e quello di “WAR” credo molto più a breve… Poi ci sono un romanzo fermo lì da un po’, a una settantina di pagine dalla parola “fine”, e una valanga di racconti.
D) E nella vita? Qual è il tuo sogno nel cassetto?
R) Ne ho tre: scrivere, scrivere, scrivere.
D) In Italia si legge poco, però tanti sono coloro che sognano di diventare scrittori. In che stato versa, secondo te, la letteratura di genere in Italia?
R) Ad armi impari, gli autori italiani hanno dimostrato ampiamente in questi anni di tenere testa ai colleghi stranieri. Ma un po’ di esterofilia e di pregiudizio ci sono ancora. Specie nella fantascienza, dove molti lettori – cresciuti con la narrativa anglofona – proprio non vogliono rassegnarsi che in Italia si scriva buona… Science Fiction!
D) Cosa dovrebbe fare un aspirante scrittore?
R) Innanzitutto leggere e leggersi. Sono ancora troppi gli scrittori alle prime armi che magari si lasciano andare all’entusiasmo della pubblicazione, senza rendersi conto che devono molto a un bravo editor che ha messo le mani sul loro testo. E poi la scrittura ha in sé qualcosa di “muscolare”: bisogna praticarla e tenersi allenati; necessita di rigore e di disciplina.
D) Ci dici il libro horror che ti è piaciuto di più?
R) Adoro quasi tutto King e il Barker dei racconti, quello per intenderci dei Libri del Sangue. Un titolo hai detto? Ricordo di avere provato una sana paura da fanciullo quando ho letto “Relic” di Douglas Preston e Lincoln Child.
D) E quello che ti è piaciuto di meno?
R) Per fortuna l’ho proprio scordato.
D) Per chiudere, vuoi dire qualcosa ai lettori di Letteratura Horror?
R) Una vita fa sono stato anche uno scrittore di horror, e recentemente col genere mi sono cimentato di nuovo. Quindi con voi mi sento a casa. E più giovane. Grazie della chiacchierata, Letteratura Horror, stay tuned!
WAR -Weapons. Androids. Robots: leggi la news e guarda il booktrailer
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