Color Zagor n. 17 – Il signore dei cimiteri, recensione
Oggi proponiamo la recensione dell'albo N°17 di Color Zagor di Stefano Fantelli e Marcello Mangiantini edito da Sergio Bonelli Editore

Il signore dei cimiteri di Stefano Fantelli e Marcello Mangiantini, recensione dell’albo 17 della collana Color Zagor edita da Sergio Bonelli Editore.
Cari amici di LetteraturaHorror.it oggi vorremmo spendere qualche parola in merito a Color Zagor #17. Il volume attualmente in edicola si intitola Il Signore dei cimiteri, scritto da Stefano Fantelli e disegnato da Marcello Mangiantini per i colori di GFB Comics. La recensione è a firma del nostro Samuele Zaccaro.
LA SINOSSI
Zagor viene contattato in sogno da Guedè Danseur, detto Froggy, sua vecchia conoscenza (apparso per la prima volta in una storia degli anni ’70 scritta Guido Nolitta). Froggy gli chiede con urgenza di raggiungerlo a New Orleans, trovandosi in grave pericolo. Zagor e Cico partono subito per questa nuova missione. A New Orleans devono subito affrontare un gruppo di zombi. In una vicina locanda ritrovano Guedè, che racconta loro del ricco possidente Alan Cummings. L’uomo per i propri scopi sfrutta i suoi schiavi tramutati in zombi, grazie ai poteri del bokor (stregone) Sucre De Mort.
IL SIGNORE DEI CIMITERI – LA RECENSIONE
La collana Color Zagor ha, tra i suoi obiettivi, quello di riproporre alcuni dei numerosi comprimari del vasto cosmo zagoriano, permettendo così di approfondirne la caratterizzazione. Il secondo ritorno di Guedè Danseur (il primo era stata una breve apparizione nell’albo numero 523, Zagor contro Mortimer) è affidato a Stefano Fantelli. Lo scrittore e sceneggiatore è un profondo conoscitore di tutto ciò che è legato al mondo dell’orrore.
La trama segue lo schema tipico dell’eroe Zagor che non si tira indietro nell’aiutare vecchi amici in difficoltà. Lo scenario, secondo il prototipo nolittiano, è quello del tema dei morti viventi trattati tramite il realismo della religione vudù. Non quindi con i canoni romeriani come ben spiega, anche nell’introduzione all’albo, Moreno Burattini.
Punto di forza della sceneggiatura, che ha il pregio di procedere senza alcun momento di stanca, è dato dalla presenza di tre comprimari femminili. Parliamo di Brigitte (figlia di Cummings), Marielle, cugina di Guedè, e Yolande, anziana signora, quasi del tutto non vedente, che vive in un capanno isolato. In particolare è Brigitte (il cui nome richiama la protagonista dell’omonimo romanzo di Fantelli, a tema morti viventi, tra l’altro), con la sua evoluzione psicologica, a diventare il personaggio che rompe con il passato. Non solo con il proprio, ma anche con quello familiare, quasi a voler far terminare la vera “magia nera” dei Cummings, dettata dalla mancanza di empatia più che dall’uso delle forze oscure. Fantelli si mostra a suo agio anche nelle gag di un affamato Cico. Ottimo è il lavoro grafico di Mangiantini, a suo agio in ogni tipo di sequenza: un lavoro non di certo scontato, soprattutto per le scene di assalto da parte degli zombi.
Recensione di Samuele Zaccaro