Christmas Present – Sergio Duma




Amo il Natale con la famiglia riunita a tavola e l’atmosfera di calore e affetto. Come potrebbe essere diversamente? Non ho mai capito i nuclei famigliari divisi da contrasti e rancori. Non rientrano nei miei orizzonti. Prendi mamma, per esempio. Ci mette al primo posto. Farebbe qualunque cosa per noi. Qualsiasi sacrificio. Oppure mio padre. Lavora tutto il giorno con un solo scopo nella vita: sostenerci. Io cerco di fare del mio meglio e mi sforzo di comportarmi bene. E vale pure per mia sorella Sissi, anche se sta passando un periodo strano per colpa di un ragazzo. Siamo una famiglia sana. Perciò a Natale possiamo goderci il cenone con la coscienza a posto. Il Natale mi piace anche per i regali. Non so ancora quale sarà il mio ma la mamma stamattina mi ha fatto qualche accenno con un sorriso complice e se ho capito l’allusione allora… allora sarà un Natale eccezionale.
Vuoi ancora un po’ di carne, caro?” chiede a papà.
Come no” risponde lui. “I miei complimenti, tesoro. Ti sei davvero superata.”
E’ da stamattina che sto davanti ai fornelli. E sono soddisfatta. Dobbiamo ringraziare il Signore. Abbiamo una famiglia perfetta. Una bella casa. E cibo in abbondanza. Comunque devo avere esagerato con il rosmarino.”
Per me è buono” dico io, giusto per farle piacere perché effettivamente ha esagerato.
Sì, siamo una famiglia come si deve” dice Sissi. “Mica come quella dei Raimondi.”
I Raimondi sono i nostri vicini di casa. Definirli antipatici è un eufemismo. Il vecchio si comporta male con tutti, è scorbutico e ci ha dato un sacco di fastidi. Lo stesso dicasi per la moglie. Per non parlare della figlia. Marina. Davvero carina: una sedicenne bionda con un corpo da infarto che mi fa impazzire. Mamma e papà sanno che mi piace ma non hanno detto nulla. Ho quattordici anni. È normale che mi interessino le ragazze e il sesso. I miei hanno una mentalità aperta.
Non malignare, Sissi” dice papà. “E’ Natale. Dobbiamo essere migliori di certa gente. E poi i Raimondi hanno avuto il fatto loro.”
Questo è certo” dice Sissi, gustando la carne.
Ed è allora che mamma mi mette nel piatto la mano del vecchio Raimondi. Un arto grinzoso, condito con olio, sale, pepe e rosmarino, appunto. Lo assaggio e devo ammettere che mamma è una cuoca sopraffina. E papà ha ragione: i Raimondi hanno avuto il fatto loro. Dopo aver tolto di mezzo i due coniugi, ci ha impartito una lezioncina, a me e a Sissi, sulla giustizia, sul fatto che si semina ciò che si raccoglie eccetera eccetera. I miei sono religiosi. E ora possiamo vivere con animo sereno perché nessuno verrà a punirci. Non ci siamo comportati male con il prossimo.
Mamma, dici sempre che bisogna pensare a quelli meno fortunati di noi” dico. “C’è Miska, la colf albanese che abita in fondo alla strada. Quella che ha perso il marito e ha due figli piccoli. Forse potremmo farle una gentilezza.”
Hai ragione” approva mamma, smettendo di mangiare una porzione del braccio sinistro della Raimondi. “Più tardi le porterai il cervello del vecchio. L’ho cucinato con il brodo di pollo. Sono sicura che l’apprezzerà. E io apprezzo te, figlio mio. Il tuo cuore è al posto giusto.”
Sacrosanto” afferma papà, masticando il fegato del signor Raimondi. “Ti meriti il tuo regalino, anche se il cenone non è finito. Ma so che non vedi l’ora di scoprire di che si tratta.”
Sissi, concentrata sul sapore dell’intestino della Raimondi, sembra infastidita e mamma corre subito ai ripari, dicendo: “Non ti stiamo escludendo, amore. Coraggio. Vai in cantina.”
In cantina?”
Non eri arrabbiata con Nico? Il tipo che ti ha mollata perché quella scema di Olga, la tua presunta amica, si è messa in mezzo?”
Io… sì.”
Lo troverai drogato e legato come un tacchino. Ti potrai sbizzarrire. Oh, dimenticavo… c’è anche Olga. Non è legata. Non c’è n’è bisogno. E’ talmente imbottita di sonniferi… ti abbiamo preparato un set di armi da taglio. Non dimenticarti di pulire dopo. Non posso fare tutto io. Devo già pensare al sangue in cucina. E lasciaci qualche pezzo di carne, non si sa mai. Magari mi viene l’idea per qualche manicaretto sfizioso. Buon Natale, Sissi!”
E Sissi, entusiasta, si alza da tavola, abbraccia prima mamma e poi papà e si fionda in cantina. Mio padre, in particolare, è compiaciuto. Poi mi guarda e dice: “Vai in camera tua, giovanotto.”
E Buon Natale!” aggiunge mamma.
E sono così eccitato che nemmeno rispondo e mentre mi dirigo nella mia stanza me ne dispiace. Ma avrò la possibilità di rimediare perché appartengo a una famiglia perfetta. Una famiglia sana. Una famiglia i cui membri si amano e si sostengono a vicenda. Il Natale è fatto per quelli come noi. E perciò entro in camera e… e la vedo.
Marina. Completamente nuda. Splendida. Meravigliosa. Legata e imbavagliata, adagiata sul letto come una bambola gonfiabile. Si agita, si lamenta e mugola ma non mi intenerisce. Ha il potere di arraparmi come non mai. Sul comodino vedo un biglietto. Lo prendo e leggo: ‘Questo è il tuo regalo. Te lo meriti, considerando che hai preso otto in matematica. Sei il figlio migliore del mondo. Sotto il letto troverai una scatola piena di vibratori, strumenti di tortura e ammennicoli vari. C’è pure un profilattico. Usalo. Ci fidiamo di te. Non c’è niente di male nel sesso ma devi stare attento alle malattie. Specie con le puttanelle maleducate stile Marina in circolazione. Dopo lo stupro, se troverai faticoso farla a pezzi chiamaci pure e ti daremo una mano. E metti in ordine la stanza, per piacere. Buon Natale. Mamma e papà.’.
Sì, sarà un Natale da ricordare. Non avrei potuto ricevere regalo più esaltante. E Marina continua a piangere e ad agitarsi e io, lentamente, con la tranquillità nata dal fatto di essere un bravo ragazzo, mi tolgo i jeans e mi accingo a godermi il regalo.



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