Auguri – Susanna Furcas




Una ventata di nostalgia la investiva al ricordo del contatto dei due corpi. Non sapeva quando e come fosse successo, ma le persone si incontrano in ogni momento, nei posti più disparati e all’improvviso, quando meno ce lo aspettiamo, la chimica si appropria della nostra volontà. Non si era sentita ammaliata dal mistero fascinoso di quegli occhi glaciali, ma il contatto involontario delle braccia a lavoro, le faceva sentire la scarica elettrica al solo ricordo. Chissà perché in prossimità di Natale provava una nostalgia infinita e la sfilata di pensieri la subissavano con incontrastata insistenza. Gli auguri natalizi la nauseavano, perché puntualmente, ogni anno, assisteva alla esibizione della falsità più sfacciata, mascherata da sorellanza inesistente, con l’espressione di morte tua vita mia, mentre venivano pronunciate quella parole ipocriti criminali alla tua salute e tanti auguri di un sereno Natale. Sapeva di film horror, condito con la satira di chi ripete il ritornello che a Natale siamo tutti buoni. Pensieri che l’avvolgevano in caduta libera, un dolore lombare derivato da uno stiramento muscolare causato da un piegamento inconsulto. Tutto cospirava per riportarle alla mente ricordi dolorosi, per giunta doveva presenziare ai fatidici auguri natalizi. Come avrebbe fatto a fare buon viso a cattivo gioco? Non si sentiva più buona e meno che mai ipocrita. Non lo era mai stata, ma era precipitata nel baratro amoroso da dove non trovava la via di uscita, per giunta ci si mettevano questi auguri fastidiosissimi, lontani anni luce dai buoni propositi e dal colore umano. L’acqua per il riso si era completamente asciugata. Perché le veniva in mente in quel momento? Sembrava che non avesse mai cucinato in vita sua, ma confondeva il sogno con la realtà. Aveva sognato di non saper cucinare. L’acqua si era completamente asciugata e lei era rimasta mortificata, con due persone a pranzo, che non vedeva da una vita e si erano materializzate nel sogno. Cosa significava? Niente. I sogni comunicavano tutto e niente. Il suo stato d’animo si era rattristato e vedeva tutto confuso, da qui un sogno sragionato, che assomigliava all’assurdità satirica degli auguri. Si sarebbero baciati? Ma che le veniva in mente. Tanti auguri di un sereno Natale, ma chi era sereno? Tutti guardavano il giardino del vicino. Gli uomini desideravano spudoratamente la donna altrui, ignorando eventuali accompagnatori. Le donne sfoderavano i sorrisi più assassini, dichiarando una guerra sanguinaria per il sentimento più nobile. E poi? Tanti auguri per un sereno Natale, la festa della famiglia, quando ordivano le trame più inverosimili per infilarsi nei letti altrui. Non era la sua trama però. Lei lo aveva incontrato in un momento improbabile, quando sentiva e sapeva di essere una donna tra tante, invisibile. Le altre lo avevano visto eccome ed era cominciata la cospirazione. Mille parole per allontanarlo, anche se lei sapeva di non averlo mai avuto, se non quando i loro sguardi si erano posseduti e i corpi sfiorati in un momento rubato. Ora era tutto finito, per colpa sua o degli eventi che non avevano mai agito per la riuscita del buon sentimento. E ora? Puntuali come un orologio svizzero noioso e prevedibile, erano arrivati gli auguri natalizi. Non se la sentiva di scambiarli con persone che non volevano il suo bene, donne che con il pensiero e parole taglienti avevano sperato nel fallimento dei suoi desideri e nel tramonto dei suoi sogni. Poteva almeno prendersi quella rivincita. Nessuno avrebbe assassinato i suoi sogni, neanche con la trama più traumatica. Le poteva restare il ricordo dei corpi sfiorati, il pensiero delle parole mai dette, degli sguardi beffardi e assassini di chi le diceva che non sarebbe mai penetrata in quegli occhi misteriosi. Si. L’aveva vista quella espressione mefistofelica ed era riuscita a smascherarla. Il sorriso non era più sincero. Non lo era mai stato e lei era stata cieca da non averlo capito, se non a distanza di anni. Nessuno vuole il nostro bene, se non chi ci ama davvero e scoprirlo all’improvviso fa male, con il sapore di trama horror, che ti trapassa come una lama di coltello. Proprio quelle persone le avrebbero fatto gli auguri di Natale, con un ghigno, mascherato da sorriso angelico. Un sereno Natale, con uno sfregamento di mani in sottofondo e il desiderio nascosto di scaraventarla dalle scale. Qual’era l’ultimo film che aveva visto? Forse confondeva la fiction horror e la realtà, ma la vita a volte aveva una trama più impensata e orribile. Non poteva esimersi dagli auguri, come non poteva smascherare le persone che ordivano di depennarla dalla vita. L’acqua del riso si era asciugata e il dolore lombare faceva capolino ogni tanto. Se i sorrisi avessero potuto uccidere ci sarebbe stata una strage da serial killer, eppure non poteva mancare alla tradizione degli auguri natalizi, con tanto di discorso di buon auspicio per il nuovo anno e il ricordo di due corpi che si sfioravano, ma che non si erano più incontrati.
 


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