Approfondimento – Non toccateci lo zombie


Il mondo dell’horror sta andando verso una prostituzione nei confronti del Dio denaro che a noi, amanti del genere, proprio non va giù.
POVERO VAMPIRO – Forse questo è solo uno sfogo dettato dalla delusione, un po’ egoistica che certi archetipi e certe figure siano solo le nostre, ma dopo l’impoverimento della figura del vampiro diventati, come nella saga di Twilight o nella serie tv Vampire Diaries (basata sui libri di Lisa Jane Smith), meri protagonisti di storie d’amore e di libri e film romantici e dedicati a folle di ragazzine sognatrici.
Per carità, nulla contro la categoria su citata, anzi nei periodi in cui viviamo è bello che ci siano ancora ragazzine romantiche e che vedono il futuro rosa, ma l’horror e i suoi personaggi sono tutta un’altra cosa.
Un vampiro non è un anima buona che può innamorarsi di una bella ragazza (antipatica come poche e chiunque abbia anche solo intravisto Twilight o Vampire Diaries penso che possa solo odiare le protagoniste), non è un belloccio (?), il vampiro è un essere dell’oltretomba che uccide gli uomini ancora caldi per succhiare il loro sangue e vivere, così, non c’è nulla di romantico nella sua figura.
Dracula, poi, inteso come il romanzo di Bram Stoker, al quale il più delle volte si fa riferimento quando si parla di vampiri, non è altri che un libro che da voce allo stato d’animo di un’epoca, quella vittoriana nell’Inghilterra di fine ‘800, che viveva nell’ansia e negli ultimi momenti di una società patriarcale.
LO ZOMBIE INNAMORATO (?)- Bene, ora stiamo notando, con grosso dispiacere, che anche la figura dello zombie è stata sdoganata con l’uscita nelle sale cinematografiche del film Warm Bodies. Per carità non abbiamo ancora visto il lavoro diretto da Jonathan Levin, tratto dal romanzo di Isaac Marion, e prodotto dagli stessi di Twilight (!), quindi qualunque giudizio non può che essere rimandato, ma di sicuro le anticipazioni che abbiamo visto e letto della storia non promettono nulla di buona per noi amanti degli zombie.
La trama recita così “R è un giovane zombie che non ricorda nulla del suo passato di umano. Un giorno incontra Julie, la ragazza di una delle sue vittime e scopre l’amore per lei. Il calore del sentimento riscalderà il suo cuore ormai da tempo freddo, trasformandolo in un “uomo” diverso e spingendolo a scontrarsi con i propri simili” (fonte Wikipedia).
Il calore del sentimento? Per uno zombie? Un uomo diverso? Ma lo zombie (e non parliamo della figura originaria di Haiti visto che non lo fa neanche il film) è un morto che cammina, signori. Non ha un cuore se non morto, non ha sentimenti se non riguardanti al cibo che in questo caso dovrebbe essere proprio la (fortunatissima) ragazza e, soprattutto, non è un uomo è un corpo in putrefazione, non ha più nulla di umano.
ZOMBIE DI SUCCESSO – Fortunatamente questa visione smielata e poco convincente dello zombie viene in un periodo in cui il morto vivente è tornato a ‘fare notizia’ nel mondo letterario (vedi Diario di un sopravvissuto agli zombie di J.L. Bourne) e cinematografico (World War Z film diretto da Marc Forster con un interprete d’eccezione come Brad Pitt e tratto dal romanzo World War Z. La guerra mondiale degli zombie di Maximilian Brooks) limitando così i danni, a differenza di quella del povero vampiro che è da Intervista col Vampiro (romanzo di Anne Rice del 1976 e trasposizione cinematografica di Neil Jordan del 1994) che non è presente con un titolo di successo internazionale.
Ora cosa dovremmo aspettarci? Dopo i vampiri e gli zombie innamorati? Un Frankestein seduttore?
Voi cosa ne pensate?Leggi anche
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